LONDRA – Dopo quasi due settimane con una media di 45 mila nuovi casi di Covid al giorno, il governo britannico starebbe cominciando a considerare la possibilità di ordinare misure per limitare la pandemia, come l’obbligo di indossare mascherine al chiuso e la richiesta di esibire un “passaporto vaccinale” in determinate circostanze, l’equivalente del Green Pass in molti paesi europei. Lo afferma l’Observer, rivelando che la Uk Health Security Agency, un’agenzia governativa per la sicurezza sanitaria, ha contattato venerdì le autorità locali per verificare se sono pronte ad appoggiare “l’immediata applicazione del piano invernale”, il cosiddetto piano B che Boris Johnson ha finora rifiutato di intraprendere.
L’indiscrezione arriva mentre gli ospedali rendono noto di essere già costretti a rinviare operazioni per il deficit di personale e gli scienziati ammoniscono sulla “tripla stangata” di malattie respiratorie che potrebbe colpire il Regno Unito questo inverno: Covid, influenza e raffreddore. Tuttavia il primo ministro continua a dire che “i vaccini sono la nostra soluzione contro l’inverno”: stamane Johnson ha nuovamente esortato tutti gli aventi diritto a prenotare il richiamo ovvero la terza dose, decisa il mese scorso per i cittadini al di sopra dei 50 anni o affetti da particolari disturbi.
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Antonello Guerrera
20 Ottobre 2021
Un problema è che la campagna di vaccinazione, partita a gran velocità prima che in altri paesi, ha rallentato nelle ultime settimane, sia per chi deve ricevere le prime due dosi (l’86 per cento degli adulti ne ha avuto una, il 79 per cento due), sia per la terza dose, attualmente somministrata a un milione di persone al di sotto dell’obiettivo previsto. Per rilanciare la campagna il governo ha richiamato in servizio il consigliere responsabile delle vaccinazioni nella prima fase di lotta alla pandemia, quando la Gran Bretagna era il paese in Europa più avanti nelle inoculazioni per il Covid.
Un autorevole esperto, il professor Peter Openshaw, membro del New and Emerging Respiratory Virus Threats Advisory Group, ha dichiarato all’Observer che, senza misure restrittive, c’è il rischio che sarà necessario un altro “lockdown a Natale”, eventualità tassativamente esclusa dal ministro delle Finanze Rishi Sunak. Oggi nella sola Inghilterra (dunque senza contare i contagi in Galles, Scozia e Irlanda del Nord), sono stati riportati 44985 casi e 135 morti, un livello comparativamente molto più alto che in paesi europei di simili dimensioni e popolazione.
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dal nostro corrispondente
Antonello Guerrera
22 Ottobre 2021
L’opposizione di Downing Street a mascherine e passaporto vaccinale sembra difficile da comprendere: misure di questo genere restringono solo minimamente l’attività economica. La resistenza di Boris Johnson ad applicare sembra avere più a che fare con un fattore psicologico: gli inglesi sono profondamente restii a qualunque limitazione delle loro libertà individuali. Un paradosso per una nazione più disciplinata di altre nel rispetto delle regole, come dimostra l’abitudine a mettersi disciplinatamente in coda, ma che si era ribellata alla proposta di una carta di identità nazionale come se fosse un controllo orwelliano e totalitario.
Dunque l’introduzione del “piano B” rimane incerta: dipende in primo luogo dalla pressione dei ricoveri sugli ospedali, che per adesso è in costante aumento ma non ha ancora raggiunto punte insostenibili. Certo fa impressione vedere pub, ristoranti e trasporti pieni di di gente senza mascherina mentre la diffusione del virus continua a crescere. Come dall’inizio della pandemia, l’opposizione laburista accusa il primo ministro di scarsa responsabilità e di fare troppo poco, troppo tardi.