ROMA – Hanno continuato a sentirsi prima, durante e dopo le amministrative, ma era da più di un mese che non riuscivano a vedersi. Se lo erano promessi tante volte, nelle ultime settimane: troppe le e dirimenti le questioni da discutere a quattrocchi per rimandare ancora. E così ieri, dopo un veloce scambio di sms, ecco fissato l’appuntamento che di fatto apre la partita per il Quirinale e spiana la strada per una convergenza sempre più stretta tra Pd e M5S: già sperimentata nelle aule parlamentari, ma da consolidare sul piano elettorale. A partire dalle prossime Regionali siciliane dove, sulla scorta del buon risultato registrato alle comunali, il candidato governatore sarà deciso insieme.
Pd, Letta riunisce a Roma la nuova alleanza dei progressisti mondiali
di
Giovanna Vitale
23 Ottobre 2021
Ore 13 da Settimio, ristorante alle spalle di Montecitorio. Enrico Letta e Giuseppe Conte appaiono sorridenti e rilassati: entrambi in giacca senza cravatta, vengono immortalati dalle telecamere del Tg3 intenti a consumare una veloce colazione di lavoro che avrebbe dovuto restare riservata. Intercettati dai cronisti, il moto di fastidio del segretario dem è evidente: “Non parlo di incontri privati”, taglia corto.
Quirinale, il Pd teme i franchi tiratori per il Colle
di
Giovanna Vitale
24 Ottobre 2021
Più disponibile, ma non meno evasivo, il leader grillino: “Abbiamo avuto un confronto sulla manovra e le politiche post Covid”. Temi certo sul piatto – dal rifinanziamento del Reddito di cittadinanza alla condivisione sulle politiche di sostegno alle piccole e medie imprese – ma come antipasto e contorno, ché le portate principali erano altre. La trattativa sulla successione di Sergio Mattarella, innanzitutto.
il retroscena
Centrodestra, Gianni Letta tesse la tela per sfilare FI dai sovranisti quando il sogno Colle svanirà
di
Tommaso Ciriaco
24 Ottobre 2021
Una discussione ancora allo stato nascente e tuttavia indispensabile ai due commensali per fare il punto sulle rispettive strategie, verificando la possibilità di un’azione congiunta. L’uno e l’altro consapevoli che solo arrivando in seduta plenaria con un solido asse Pd-5S, in grado di esprimere un nome comune, si potrà sperare di stoppare le grandi manovre in atto nel centrodestra. E vincere la sfida cruciale di questa legislatura.
Letta in tv: “Elezioni anticipate? La tentazione ci sarebbe, ma avanti con questo governo”
24 Ottobre 2021
Ma è proprio sull’uomo da proporre al Colle che fra Conte e Letta si sarebbero registrate alcune dissonanze. Il segretario dem è infatti convinto, e lo ha ribadito all’ex premier giallorosso, che Mario Draghi debba restare a palazzo Chigi fino al 2023. Serve dunque un alto nome di alto profilo. Capace di allargare la platea dei grandi elettori – ai centristi e forse pure a Forza Italia. Un’ipotesi forte è certo quella di Paolo Gentiloni: il commissario europeo che i 5S hanno pure votato, quando decisero di tirare la volata ad Ursula von der Leyen per Palazzo Berlaymont.
Centrodestra, i ministri di Fi insistono: “Leali al premier e avanti col riformismo”
di
Tommaso Ciriaco
23 Ottobre 2021
Nessuno dei due leader e dei loro staff conferma che di nomi si sia parlato durante il pranzo. Ma è certo che Conte è arrivato all’appuntamento dopo aver raccolto dentro il Movimento molte voci contrarie a Paolo Gentiloni. Anche per via di quel sospetto che circola forte fra i grillini: il commissario agli Affari economici avrebbe giocato un ruolo nella caduta del Conte due. Molto meglio allora – gli hanno prospettato diversi ministri e parlamentari di peso – aprire a personalità come Romano Prodi, Walter Veltroni, persino Dario Franceschini, “gente che ha sempre avuto con noi ottimi rapporti”. Ma Gentiloni proprio no.
Per Conte, e questa è la parte decisiva del discorso, sarebbe invece preferibile spedire al Quirinale Draghi. Sul presupposto che l’attuale premier, alla guida di un governo d’unità nazionale, faccia male ai partiti, in particolare al M5S costretto come gli altri ad appoggiarlo. Circostanza che, nella lettura grillina, avrebbe fatto crescere la disaffezione dei cittadini e gonfiato le vele all’astensione.
M5S, l’autobiografia di Di Maio: Salvini falso e i dollari di Trump, pensieri e omissioni di un leader politico
di
Annalisa Cuzzocrea
24 Ottobre 2021
Su una sola cosa il leader 5S è invece categorico: non correrà nel collegio di Roma centro lasciato vacante da Roberto Gualtieri. Non solo non gli interessa entrare in Parlamento in questa fase, ma deve finire di riorganizzare il Movimento. Sarà allora per questo se, subito dopo il pranzo, Letta si precipita all’Arel per incontrare l’amico Nicola Zingaretti. Al quale subito chiede se per caso non se la senta lui di candidarsi alle suppletive. Ma il governatore del Lazio prende tempo: il quadro non è chiaro, la partita del Colle potrebbe cambiare tutto. Meglio aspettare. E intanto godersi il 5 a zero delle amministrative. “Te lo avevo detto che finiva così”, fa Zinga a Letta. E l’altro: “Avevi ragione, ma hanno funzionato pure i miei scongiuri”.