L’Aula del Senato ha concluso l’esame del ddl Zan contro l’omofobia e la presidente Casellati ha ritenuto “ammissibili le due richieste di votazione segreta in base al regolamento e ai precedenti”, confermando così il voto segreto anche dopo le contestazioni. In questo momento i senatori stanno dunque procedendo alle dichiarazioni di voto “sul non passaggio degli articoli”.
Nel corso della seduta Casellati aveva dovuto più volte richiamare l’aula per il brusio e le proteste. I grillini hanno duramente contestato la scelta della presidente di Palazzo Madama di procedere con il voto segreto, perchè ora grillini sull’iter del provvedimento pende la tagliola proposta dalla Lega e dal FdI. In sostanza, il timore del relatore Zan si è avverato, anche se l’esponente del Pd questa mattina si era detto ottimista: “Sono convinto che Italia viva voterà con noi e la tagliola non dovrebbe passare. Poi ci sono tanti del gruppo Misto che hanno già dichiarato che voteranno contro la tagliola, sono abbastanza tranquillo che questa operazione della Lega non passerà”. Ma così non è stato.
Interviene due volte Calderoli (Lega) che aveva già definito la legge “una porcata” e poi difende il voto segreto. Il presidente della commissione Giustizia del Senato, il leghista Andrea Ostellari, aveva ribadito l’esigenza di un rinvio per trovare una sintesi, ipotesi rigettata già ieri dal Pd. “In questa Aula, e anche in Commissione, ho assistito al verificarsi di una maggioranza ampia che era disponibile a trovare una sintesi sui nodi giuridici degli art. 1-4-7. Quella maggioranza però non è riuscita a trovare un accordo a causa di chi vuole solo la divisione tra buoni e cattivi”. Alle parole di Emma Battaglia (5S) il clima si era surriscaldato perché molti l’avevano invitata a smettere di parlare. Ignazio Larussa (FI) avev premesso di essersi sentito discriminato nel passato per la sua appartenenza politica: “Non c’è nessun comportamento discriminatorio che già non venga punito, tranne le opinioni”.
LA SCHEDA
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La vicepresidente dei senatori di Forza Italia Licia Ronzulli aveva insistito sull’effetto intimidatorio della legge e sulla punizione delle “posizioni diverse” e batte sull’educazione scolastica parlando di “Folli teorie gender”. E aggiunge, rivolgendosi agli avversari politici: “C’era la possibilità di scrivere una bella pagina insieme, invece avete voluto una legge ideologica che spacca il Parlamento. I diritti dei cittadini sono di tutti e non solo di una parte politica. Sulla legge Zan abbiamo chiesto un confronto da quando questa legge è arrivata in Senato. Lega e FdI hanno proposto un nuovo testo e ci eravamo illusi di poter discutere. Se oggi la legge Zan dovesse essere affossata, la responsabilità di avere buttato tutto questo tempo sarà dei promotori e del Pd, col suo segretario Enrico Letta in primis”.
Anche il presidente dei senatori di Italia viva Davide Faraone interviene sul pericolo del voto segreto: “Noi voteremo il ddl Zan come sempre. Peccato per la mancata intesa: siamo molto preoccupati che con il voto segreto la legge sia bocciata, sarebbe un disastro”.
Dura la presidente di Italia viva, Teresa Bellanova che rivoge un appello allo stesso Zan: “Qaro Zan tu, sbagliando, ne stai facendo una battaglia di visibilità.
Individuando bersagli e mettendo alla gogna persone che ragionevolmente chiedono una seria discussione, come in questi mesi le femministe, per esempio”.
Il forzista Elio Vito aveva annunciato che se Forza Italia dovesse fare fronte comune con la Lega, lui lascerebbe il suo incarico di responsabile del dipartimento Difesa e sicurezza di Forza Italia. “Il presidente Berlusconi mi ha onorato tempo fa della nomina a responsabile del dipartimento Difesa e sicurezza di Forza Italia. La cronaca di questi mesi, è purtroppo piena di episodi di violenza ai danni di persone Lgbt, picchiati perché camminavano mano nella mano, si baciavano, portavano una borsa arcobaleno. Per questo, se Fi dovesse votare il non passaggio agli articoli del ddl Zan, una legge che contrasta proprio odio, discriminazioni e violenze, a malincuore, ma per coerenza, non potrei più mantenere l’incarico affidatomi da Berlusconi”.
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Insiste sul gender una parte del mondo cattolico. Davanti a simili progetti di legge, il comportamento dei fedeli e dei politici cattolici deve adeguarsi al Magistero della Chiesa, che sull’ideologia gender ha espresso “chiara riprovazione tramite numerosi interventi di Papa Francesco”. Lo afferma una nota Congregazione per la Dottrina della Fede della Santa Sede che l’Associazione Pro Vita e Familia riferisce essere stata scritta in risposta ad una richiesta di chiarimenti dottrinali sul provvedimento.