Furto chiavi per generare Green Pass europei, sul web ne circola uno intestato ad Hitler. E in Italia inchieste su quelli falsi

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L’ultimo allarme riguarda i Green Pass generati dalla piattaforma europea. Alcune chiavi che ne consentono la generazione sarebbero state sottratte e con quelle sarebbero stati pubblicati e diffusi in rete programmi per creare certificati falsi.

In attesa di capire l’entità del problema, si sarebbe deciso di annullare tutti i pass generati con quelle chiavi. Non sarebbe avvenuto comunque in Italia il furto delle chiavi. Non risultano infatti attacchi informatici alla Sogei, la società di Information tecnology del ministero dell’Economia che per l’Italia fornisce i codici per generare i certificati verdi.

L’attacco potrebbe dunque aver riguardato un omologo ente di un altro paese europeo. Al momento, viene comunque ribadito le chiavi che sono state sottratte sono state annullate e, di conseguenza, sono stati invalidati tutti i green pass generati con quei codici.

A far scoprire l’accaduto  un Green Pass intestato ad Adolf Hitler, un qr code con le chiavi per il green pass  che circola da ieri sera in rete ed è riconosciuto dalla app di verifica del certificato. “Nato il primo gennaio 1900”, si legge sulla app, che certifica che il Fuhrer sia stato sottoposto a vaccino o a tampone per il Covid-19.

Inchiesta sui falsi Green Pass in Italia

Ci sono più di 300.000 esenzioni dal vaccino e 90.000 certificati medici ( in leggera discesa rispetto alla scorsa settimana). Tutto vero? Tutto legittimo? Da un capo all’altro dell’Italia sono decine le inchieste e le denunce per verificare il ricorso di circa 400.000 persone a certificazione sanitaria in grado di aggirare l’obbligo di Green pass. E alcune aziende cominciano a rivolgersi anche ad agenzie di investigazione privata per verificare la posizione di dipendenti assenti, soprattutto se si tratta di persone che sui social o apertamente ha espresso posizioni No Vax. E la stessa federazione dei medici denuncia le pressioni e le minacce subite da centinaia di persone che si presentano negli studi anche con dei legali pretendendo esenzioni non dovute.

Nel mirino ci sono innanzitutto alcuni medici contrari ai vaccini che, già sotto procedimento disciplinare degli organismi di categoria, sono finiti anche sul registro degli indagati dei pm per aver firmato centinaia di certificati medici, dietro pagamento di somme tra i 20 e i 100 euro, dal Piemonte alla Liguria, dalla Puglia alla Sicilia.

Roberto Santi, medico genovese in pensione, si è già beccato una sospensione di 10 mesi dall’Ordine ligure dei medici per aver fornito falsi certificati di esenzione da mascherine e vaccino ma anche la Procura ha avviato un’indagine per comprendere l’estensione del fenomeno dei presunti certificati falsi emessi per chi non vuole vaccinarsi ma ha necessità del Green Pass.

A Borgaro Torinese, Giuseppe Delicati, altro acceso medico No Vax, è già alla seconda inchiesta. Di certificati ne ha firmati centinaia, incassando cifre da 20 a 100 euro, per altro non validi visto che non è un medico vaccinatore. A far scattare l’indagine a suo carico proprio alcuni pazienti, soprattutto bidelli e insegnanti, che si sono visti respingere dai presidi i certificati prodotti dal medico in quanto non validi.

Due denunce anche a Roma e quattro a Catania dove medici non abilitati a farlo firmavano certificati di esenzione al vaccino allegando documentazione sanitaria e sostenendo che i loro pazienti potevano “essere ammessi in qualunque ambiente di vita e di lavoro non presentando sintomi o segni di malattie infettive o contagiose in atto”.

La denuncia del Codacons

Ma adesso tutte e 104 le Procure italiane dovranno aprire fascicoli sulla scorta della denuncia del Codacons sul boom  dei certificati medici a partire dal 15 ottobre, giorno dell’entrata in vigore dell’obbligo di Green Pass sui luoghi di lavoro.  

 E’ stato presentato questa mattina l’esposto del Codacons a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia relativo alle anomalie registrate sui certificati per malattia presentati dai lavoratori del settore pubblico e privato a partire dallo scorso 15 ottobre, data in cui sono entrate in vigore le nuove disposizioni in tema di Green pass sul lavoro. Lunedì 18 ottobre i certificati per malattia sono arrivati a 152.780, con un incremento del 14,6% rispetto alla settimana precedente ma venerdì erano poco più di 90.000.

“Il codice penale punisce il falso ideologico del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio realizzato in un atto pubblico, ma sanziona anche il privato che realizza la falsità in atto pubblico – scrive Codacons nell’esposto -. Per tali motivi si chiede di procedere al sequestro di tutte le certificazioni rilasciate in cui si attesta la malattia dei dipendenti pubblici e privati per risalire ai medici che le hanno firmate, verificando la rispondenza all’effettivo stato di malattia degli stessi e, in caso di illeciti, agire anche nei confronti dei medici autori delle certificazioni alla luce dell’art. 479 del codice penale”.

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