Ddl Zan, Elio Vito (FI): “Governo non può essere neutrale, intervenga Draghi con un decreto”

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ROMA – “Il governo non può essere neutrale rispetto all’affossamento del ddl Zan, dovrebbe ricorrere a un decreto per estendere la legge Mancino ai reati d’odio per motivi fondati sull’orientamento sessuale e l’identità di genere”. È Elio Vito, ex ministro dei rapporti con il Parlamento, forzista liberal che si è schierato in questi mesi con le piazze Lgbt, a rilanciare. Vito ha lasciato ieri gli incarichi di partito spiegandone il motivo in una appassionata lettera a Silvio Berlusconi. Dice: “Forza Italia sta nel Ppe e non con Ungheria e Polonia”. 

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Elio Vito, lei ha lasciato gli incarichi di partito? 
“Sì. Ero responsabile sicurezza e difesa, che ha attinenza con il ddl Zan contro l’omotransfobia. Le cronache di questi anni sono piene di episodi di violenza nei confronti di ragazzi dello stesso sesso che camminavano mano nella mano o che si baciavano o semplicemente che portavano la borsa arcobaleno”. 

Perché il suo gesto? 
“Forza Italia ogni giorno rivendica la sua vocazione europeista e la sua appartenenza al Ppe per distinguersi dagli alleati sovranisti. In realtà in Europa occidentale i partiti che aderiscono al Ppe e la stessa Ursula von der Leyen guidano le critiche a Ungheria e Polonia per le loro leggi discriminatorie vero la comunità Lgbt. Come possiamo dirci popolari e europeisti se affossiamo il ddl Zan?”

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Anche in Forza Italia ci sarà una resa dei conti? 
“No. In questa fase non è necessaria. Occorre semplicemente che FI decida cosa fare da grande: se tornare a essere il partito del 1994 liberale, aperto e solidale oppure se rinunciare ai propri principi. Tornando al ddl Zan, se ci fosse la semplice intenzione di introdurre miglioramenti alla legge i forzisti non avrebbero dovuto votare per non passare agli articoli, per la “tagliola”. Potevano astenersi e così misurare la disponibilità di Enrico Letta”.  

Il suo partito si è accodato a Salvini? 
“Abbiamo seguito la destra e i suoi argomenti improponibili che peraltro non corrispondono al contenuto della legge. Al Senato si è parlato di utero in affitto, che non c’entra; di educazione gender nelle scuole, che non c’è; di limitazioni alla libertà d’espressione, che non c’era”. 

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Attorno a questo ddl si sono giocate altre partite politiche?  
“Sulla pelle delle persone Lgbt, ancora una volta non tutelate da discriminazione e violenza, è accaduto altro. Se davvero è così, se l’affossamento del ddl Zan è avvenuto per squallidi giochi di Palazzo, è ancora più grave”. 

Ha parlato con Berlusconi? 
“Gli ho scritto una lettera aperta per comunicargli le mie dimissioni dagli incarichi di partito”. 

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Ora cosa succede? 
“Io mi auguro che il governo non sia neutrale rispetto allo stop definitivo della legge contro l’omotransfobia perché i casi di violenza sono un pericolo concreto. Draghi potrebbe ricorrere a un decreto legge per estendere la legge Mancino ai reati d’odio per motivi fondati su orientamento sessuale e identità di genere”. 

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