La diplomazia dell’ostia: l’aiuto di Francesco gradito alla Casa Bianca

ROMA – “Il Papa ha detto che sono un bravo cattolico e dovrei continuare a ricevere la comunione”. Della sua lunga conversazione con Francesco durata più di un’ora Joe Biden ha lasciato praticamente trapelare solo questo. Sostenendo coi giornalisti che no, la questione dell’aborto (da lui difeso a prescindere dai suoi principi in quanto legge democraticamente approvata) non è stata affrontata. Ma a poche settimane dalla conferenza dei vescovi americani di Baltimora di metà novembre già solo la benedizione del Papa al presidente cattolico sì, ma pro-choice, è una bomba. In quell’incontro bisognerà infatti decidere se firmare o meno un documento atto a colpire tutti i politici favorevoli alla libera scelta delle donne. La benevolenza papale dimostrata ieri verso Biden li mette in grave imbarazzo. Se apporranno la loro firma, si metteranno di fatto contro quel Vicario di Cristo che comunque continua a equiparare l’interruzione di gravidanza a un omicidio. Tanto più dopo la lettera inviata ai confratelli americani dalla Congregazione per la Dottrina della Fede con l’invito a “non erigere barricate”. Ovvero a non dividere la Chiesa (e un Paese già politicamente frammentato).

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Paolo Rodari

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Chiamatela pure la “diplomazia dell’ostia”. La benevolenza papale potrebbe rivelarsi un importante aiuto al leader democratico in calo di consensi e coi sondaggi che lo danno ai minimi storici (secondo l’ultimo di Associated Press-NORC Center for Public Affairs Research solo il 41% degli americani oggi approva il suo operato). Permettendogli, in vista delle elezioni di MidTerm fra un anno esatto perfino di recuperare almeno una parte di quel voto cattolico che lo aiutò ad approdare alla Casa Bianca, esasperato dalla morale ambigua di Trump. Tanto più ora, con la questione dell’aborto rilanciata dall’iper restrittiva legge varata in Texas che lo vieta da quando è percepibile il “battito cardiaco” del feto anche in caso di stupro o incesto. Una legge sulla cui legittimità presto dovrà esprimersi la Corte Suprema a maggioranza conservatrice con una decisione potenzialmente capace di mettere in crisi la celebre sentenza Roe versus Wade del 1973 su cui si basa tutta la legislazione sull’aborto legale in America. Scatenando quello che Biden ha definito “un possibile caos costituzionale”. Una questione che può muovere milioni di voti.

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Paolo Rodari

27 Ottobre 2021

Ma le cose sono perfino più complicate di così. L’incontro tra Francesco e Biden è infatti avvenuto in un momento di grave difficoltà per entrambi. Se il consenso del presidente è in calo, a causa della difficoltà a realizzare la sua agenda in materia di covid ed economia, il Papa subisce invece da tempo attacchi da quello stesso episcopato americano conservatore che ora vuol negare la comunione a Biden. Religiosi politicamente schierati. Filo-repubblicani che non avevano esitato ad appoggiare Trump sostenendone pure le menzogne sulla vittoria elettorale, ritenendo le sue posizioni sull’aborto cruciali per il futuro della morale americana. Gli stessi capaci di attaccare Francesco con teorie complottiste che oggi strizzano l’occhio perfino al movimento no vax. È questa sorta di involuzione interna a costringere il Vaticano a proteggere il presidente cattolico, a dispetto delle sue posizioni in materia di aborto: un sostegno dettato dalla necessità di opporsi al radicalismo interno più che un endorsement reale alle sue politiche.

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dalla nostra inviata

Anna Lombardi

03 Maggio 2021