E’ morto Ado Campeol, il padre del tiramisù che inventò per caso il dolce dei record

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TREVISO – L’eredità che lascia è dolce, morbida e cremosa. Ma soprattutto è un successo che celebra la pasticceria italiana in tutto il mondo. Si è spento all’età di 93 anni il papà del tiramisù, e allora è il momento per ripercorrere questa storia capace di cambiare la tavola degli italiani.

Si chiamava Ado Campeol l’inventore del dolce a base di biscotti savoiardi, zucchero, uova, mascarpone, caffè e cacao amaro. Era il proprietario del ristorante “Le Beccherie” di Treviso ed è lì che nel 1970 nasce il tiramisù, certificato successivamente dall’Accademia italiana della Cucina con tanto di atto notarile. I gestori del ristorante trevigiano, ispirati dallo “sbatudin”, ricostituente contadino a base di tuorlo d’uovo sbattuto con una montagna di zucchero, hanno un’intuizione geniale. Alba Di Pillo, moglie di Ado, e il cuoco Roberto Loli Linguanotto, aggiungono il mascarpone come addensante. Poi arriveranno anche i due strati di savoiardi imbevuti nel caffè. E sarà il tripudio che oggi tutti conoscono.

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Alle Beccherie ci sono commensali che vengono solo per assaggiare il gusto autentico di una delizia piena di morbidezza e di contrasti dolce-amaro. “Con Ado Campeol Treviso perde un’altra stella della sua storia enogastronomica” ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia. “La sua lunghissima attività di ristoratore, e le sue Beccherie, hanno attraversato decenni della trevigianità migliore, fatta di accoglienza e qualità, e di quel sorriso garbato che sul suo volto non mancava mai”.

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In realtà il Friuli Venezia Giulia avoca a sé la primogenitura del tiramisù, sostenendo che già anni prima in un ristorante di Tolmezzo (Albergo Roma) aveva visto la luce in forma di coppa tiramisù, in cui si mettevano insieme savoiardi, caffè, mascarpone e cacao. E queste sono le polemiche enogastronomiche tra regioni confinanti. Ora però è il momento di ricordare la figura del papà trevigiano di uno dei dolci più famosi al mondo. Il cuore di Ado Campeol ha ceduto l’altro pomeriggio: avrebbe compiuto 94 anni in dicembre. Ne aveva 12 quando è entrato alle Beccherie per aiutare papà Carlo, che aveva aperto il ristorante nel 1939.

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Nel dopoguerra Ado ha raccolto il testimone dal padre con mamma Antonietta e le sorelle Elide e Carla. Nel 1954 il matrimonio con Alba Di Pillo. Il ristorante è salito alla ribalta nazionale come esempio di cucina tradizionale, autentica erede della civiltà contadina. “Fra le sue soddisfazioni l’aver avuto il piacere di vedere tanti giovani passati per le Beccherie diventare, a loro volta, grandi ristoratori”, hanno raccontato i figli Carlo e Marina alla Tribuna di Treviso.

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