La Juve cade nuovamente. Al Bentegodi i bianconeri pagano un inizio gara orribile, quando il Verona li prende letteralmente a pallate, grazie all’ennesima prova maiuscola di un super-Simeone. Poi, nella ripresa, la squadra di Allegri la riapre, con un’altra rete di McKennie. Ma, dopo la sconfitta contro il Sassuolo, arriva in riva all’Adige un nuovo stop. E la distanza dalla coppia di vertice, Napoli e Milan, si fa adesso importante (-13). Prima frazione con un Verona a redini basse. A Max Allegri piacciono i termini ippici e allora il Verona non batte la Juve di corto muso o di una incollatura, ma, nei primi 45′, la travolge. Ancora una volta a far gioire il Bentegodi è Giovanni Simeone. Il Cholito dopo il poker alla Lazio, firma la doppietta che manda all’inferno la Juve, mai così lontana negli ultimi anni dalla zona scudetto. Allegri non ha grandi alternative.
Insiste in avvio con il 4-4-2 con Morata e Dybala in attacco, in mezzo ci sono Arthur e Betancur. Turno di riposo per Locatelli, non rifiata Bonucci, Rugani out per gastroenterite.
Anche Tudor abbandona il massiccio turnover e schiera il Verona migliore con la coppia Caprari-Simeone a dare la scossa offensiva. L’inizio dell’Hellas è devastante. I gialloblù giocano a ritmo pazzesco, pressano altissima la Juventus che viene travolta. Morata nell’area scaligera ci prova di tacco, ma Montipò non si lascia sorprendere. Poi è un monologo del Verona.
I gialloblù mettono la freccia all’11’. La pressione dei padroni di casa toglie il fiato ai bianconeri, Arthur perde una palla sanguinosa in uscita perchè Tameze è bravo a ringhiare sul centrocampista juventino, il pallone arriva a Barak che di destro impegna in una respinta corta Szczesny, Simeone da due passi la mette dentro. Il Bentegodi è un’autentica bolgia, ma l’urlo con il quale accoglie il raddoppio è spaventoso, anche perchè quello del Cholito è un “golazo”. Ripartenza immediata, Lazovic di prima per Simeone che con un destro a giro sul palo lontano inchioda nuovamente Szczesny. Rete straordinaria e Juventus dopo meno di un quarto d’ora già sull’orlo del baratro.
Il Verona non abbassa i ritmi, la Juve prova a reagire ma il solo Dybala sembra avere la voglia e la forza per non piegarsi al Verona. In chiusura di frazione la squadra di Allegri è anche sfortunata. Veloso sbaglia, Morata serve il sinistro di Dybala ma la palla dell’argentino va a colpire l’incrocio dei pali della porta di Montipò. Allegri studia mosse opportune e dopo una decina di minuti della ripresa cambia due interpreti a centrocampo. Dentro McKennie e Locatelli per i deludenti Betancur e Rabiot e proprio l’americano è il protagonista dell’occasione bianconera sventata da Montipò.
Allegri cerca ancora di alzare la qualità offensiva del suo gioco, dentro Bernardeschi e Kulusevki, fuori Arthur e Cuadrado. Il tecnico bianconero ci prova, la squadra non sembra più in balia del Verona ma di palle gol o di opportunità per fare male a Montipò nessuna traccia. La Juventus va alla caccia della scintilla, dell’episodio che può riaprire il match e, come contro il Sassuolo, è McKennie l’uomo della provvidenza. Kulusevki lo vede tra le linee, l’americano controlla e di destro mette la palla sotto la traversa dell’Hellas. La partita ora è bellissima. Morata sciupa di sinistro, Kalinic sfiora il tris sul fronte opposto. C’è più Juve, che nel finale va all’assedio. Montipò si esalta su Dybala,. I cinque minuti di recupero sono interminabili per il Verona che, soffrendo e con abnegazione porta a casa la vittoria. Per la Juventus seconda sconfitta casalinga e cura Allegri ancor peggio della gestione Pirlo.