Rai, Pd e Forza Italia accusano Report: “Ha trasmesso un servizio che supporta le tesi di No Vax e No Green Pass”. Interrogazione a Fuortes

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“Su Report è andato in onda un lungo compendio delle più irresponsabili tesi No Vax e no Green Pass”. A mettere sotto accusa la trasmissione d’inchiesta di Rai3 sono i parlamentari del Pd della commissione di Vigilanza Rai, che commentando il servizio Non c’è due senza tre andato in onda lunedì 1° novembre chiedono “un chiarimento” ai vertici dell’azienda con una interrogazione mirata. I dem puntano il dito contro lo spezzone del programma che ha riguardato i vaccini anti-Covid. “Sedicenti infermieri, irriconoscibili e coperti dall’anonimato come se si trattasse di pentiti di mafia – sostengono i parlamentari del Pd – che affermano nel servizio di essersi infettati per responsabilità delle aziende farmaceutiche”.

E il deputato di Forza Italia in commissione di Vigilanza, Andrea Ruggeri, aggiunge: “Mi spiace ascoltare da Report la lagna qualunquista per cui ‘il vaccino è il business delle case farmaceutiche’. La trasmissione della Rai – conclude – dovrebbe esaltare il progresso scientifico e i suoi benefici anziché offrire argomenti agli scettici verso la bontà del vaccino”.

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Accuse che però il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, respinge al mittente. “Sono stufo di queste accuse. Sono vaccinato come tutta la redazione della trasmissione, ma come giornalista devo essere libero di raccontare delle criticità. Quali sarebbero – chiede – i contenuti No Vax? Credo che i parlamentari non abbiano visto il servizio”.

Le accuse del Pd

Secondo i parlamentari del Pd il servizio della trasmissione di Rai3 avrebbe messo in dubbio l’efficacia dei vaccini anti-Covid, sostenendo così le tesi dei No Vax. Nell’inchiesta, spiegano i dem, “un sedicente ‘collaboratore del Comitato tecnico scientifico’, anch’egli irriconoscibile e anonimo, denuncia la totale imperizia dell’organismo su cui poggiano le decisioni politiche a tutela della salute pubblica dall’inizio della pandemia”. E poi ancora sono stati espressi “dubbi sull’efficacia dei vaccini, perplessità sulla durata della copertura degli anticorpi, affermazioni del tutto campate in aria sulla ‘larga frequenza di effetti collaterali’ dopo la somministrazione del vaccino anti Covid”. Inoltre, nella trasmissione ci sono state, per i componenti del Pd della commissione di Vigilanza Rai, “speculazioni dietrologiche sul ‘grande business della terza dose’ detenuto da ‘multinazionali del farmaco’ concentrate solo a ‘accumulare enormi profitti con la perdita di efficacia della terza dose’, oltre che dubbi sulla efficacia del Green Pass e della sua eventuale estensione”.

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Motivo per cui i dem parlano di “un episodio molto grave di disinformazione su una rete del servizio pubblico radiotelevisivo, tanto più discutibile perché avvenuto proprio mentre operatori sanitari, giornalisti ed esponenti delle istituzioni sono obiettivo di manifestazioni No Vax e No Green Pass, spesso violente, che si alimentano proprio delle falsità contenute e diffuse dal servizio di Report”.

La difesa di Ranucci

Il conduttore di Report, Ranucci, però non ci sta e replica piccato: “È da No Vax dire che il 9 settembre Aifa si è sbagliata a scegliere con troppa fretta di iniettare il vaccino Moderna a dose intera quando la stessa azienda Moderna sei giorni prima aveva raccomandato metà dose?”. E aggiunge: “È da No Vax chiedere che venga fatto il tampone più frequentemente agli infermieri che rischiano di contagiarsi perché cala l’efficacia del vaccino? È da No Vax chiedere di sorvegliare con attenzione gli anticorpi per fare prevenzione?”.

L’inchiesta, prosegue Ranucci, “aveva come ospiti scienziati del calibro dei membri del Fda e ha portato come esempio virtuoso Israele che ha già vaccinato il 65% della popolazione studiando il comportamento degli anticorpi, mentre da noi non c’è traccia di uno studio dell’Iss annunciato un anno fa. Solo il laboratorio del Niguarda di Milano sta facendo uno studio volontario”. Insomma, per il conduttore quelle dei parlamentari sono solo accuse infondante. “Solo un infermiere del servizio non è apparso in video, ma gli altri – spiega – a cominciare dai sindacati, ci hanno messo la faccia e non esiste nessuna infermiera che dice di essersi infettata a causa delle case farmaceutiche. Non so quale programma abbiano visto”.

Infine, Ranucci ricorda come si è concluso il servizio andato in onda ieri. Nel finale della puntata, dice, si è sottolineato che “bisogna fare la terza dose, chiedendo attenzione però a farla ai giovani, e soprattutto che il Green Pass ha validità sei mesi non 12. Il contrario di quello di cui ci accusano. Semmai – conclude – c’era un messaggio etico: pensiamo anche a vaccinare chi nel terzo mondo non ha neppure la prima dose”.

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