VENEZIA. Il Mose ha protetto Venezia da una marea che lunedì sera avrebbe inondato mezza città, colpita da una pioggia torrenziale e raffiche di vento che hanno raggiunto anche i 70 chilometri all’ora. Tuttavia le immagini scattate ieri sera alle 23, proprio quando il Mose era attivato, mostrano San Marco e la Basilica coperte in gran parte di acqua. Com’è possibile? Per il Centro Maree del Comune la causa principale sono i molti tombini intasati che hanno impedito all’acqua piovana di defluire. Case e negozi sono invece rimasti asciutti e l’angoscia di affrontare un’emergenza improvvisa, come capitato più volte in passato, è stata scongiurata.
Oggi alle 12 è in programma una riunione per decidere se la grande opera verrà sollevata anche questa sera quando la marea dovrebbe raggiungere 115 centimetri per le 21.20. Le squadre del Mose sono in preallarme, ma la decisione finale che spetta al Provveditorato alle Opere pubbliche dell’attuale ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, dipenderà dall’andamento delle condizioni meteorologiche della giornata. È invece sicuro che il Mose entrerà in funzione per le acque alte eccezionali previste mercoledì e giovedì, a meno che le previsioni non migliorino.
Ritardi che costano caro
Questa mattina c’è il sole, ma con un’acqua alta prevista di 95 centimetri alle 9, di nuovo Piazza e Basilica, i punti più bassi di tutta Venezia ricoperti con soli 85 centimetri di marea, saranno di nuovo allagate quanto basta per causare danni ai mosaici e ai marmi della chiesa, già gravemente corrosi dal sale. I lavori attualmente in corso per salvare la Basilica proteggendola con una cintura di vetri di cristallo che la difenderà dalle maree, sono iniziati con quasi due anni di ritardo e proseguono a rallentatore proprio perché siamo in piena stagione di acqua alta. Pronto e altrettanto in ritardo è il progetto da 30 milioni, presentato a febbraio dell’anno scorso, per alzare l’intera insula di San Marco a 110 centimetri, livello in cui dovrebbe entrare in funzione il Mose una volta che sarà definitivamente ultimato.
Livelli da allerta
Le previsioni degli scienziati e degli addetti ai lavori sulla marea di lunedì sera sono risultate più precise di quelle dei modelli matematici che avevano previsto un livello minore. I 130 centimetri attesi inizialmente sono aumentati arrivando a 139 alla bocca di porto del Lido, 134 a Malamocco e Chioggia. In laguna il livello si è fermato sugli 83 centimetri.
Stando alle previsioni attuali, di sicuro le 78 paratoie dell’infrastruttura, realizzata e non ancora conclusa per proteggere Venezia dalle maree eccezionali, verrà attivata la sera del 3 novembre, quando alle 22 sono previsti 140 centimetri di acqua alta, e la mattina del 4 dato che alle 9.55 la marea dovrebbe raggiungere i 120 centimetri. Una giornata storica quella del 4 novembre, anniversario dell’alluvione che nel 1966 colpì Venezia con 197 centimetri di marea eccezionale e Firenze con lo straripamento dell’Arno. Da quel momento in poi a Venezia si iniziò a pensare a una soluzione che proteggesse la città dal pericolo di venire divorata dal mare. La soluzione, ancora molto discussa, prese forma nella realizzazione di quello che oggi è il Mose.