Usa, schiaffo a Biden dalla Virginia: eletto un governatore repubblicano. Il democratico afroamericano Adams è il nuovo sindaco di New York.

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“Ogni voto a Youngkin sarà un voto a Trump”, aveva detto Joe Biden. Se la Virginia doveva rappresentare un referendum tra lui e l’ex presidente, il responso è stato chiaro: il tycoon è ancora nel cuore degli elettori conservatori. E Biden non ha scaldato di nuovo i suoi elettori.

La corsa a governatore è andata al repubblicano Glenn Youngkin, che ha battuto lo sfidante, il democratico Terry McAuliffe. Quando nella costa est era passata da poco la mezzanotte e mezza, la Cnn ha annunciato la vittoria del candidato conservatore. Con il 95 per cento dei voti scrutinati, Youngkin aveva ancora un vantaggio di quasi tre punti, equivalente a 85 mila voti sugli oltre tre milioni totali, numero da affluenza record. Rispetto a quattro anni fa, ha votato in più mezzo milione di persone, ma la corsa al seggio stavolta non è stato un punto a favore dei democratici.

Gli elettori progressisti hanno fatto quello che il partito temeva: sono rimasti a casa, poco eccitati da McAuliffe, abbastanza sazi dopo le presidenziali, quando Biden aveva vinto di dieci punti. Youngkin, 54 anni, quattro figli, master ad Harvard, manager di successo, ma soprattutto un conservatore che ha indicato un terza via. Né troppo trumpiano, né troppo distante. E capace di rompere tutti i tabù democratici, liquidando la questione transgender a scuola, la sessualità fluida, promettendo di chiudere i programmi scolastici che si fondavano sull’analisi critica della teoria della razza.

Youngkin si è schierato a favore del vaccino, ma contro l’obbligo per i dipendenti pubblici. Ha dominato nelle zone rurali, ma anche intercettato il voto degli indipendenti. I sondaggisti, usciti bene questa volta, avevano previsto nelle ultime settimane la rimonta del repubblicano, che aveva rosicchiato il vantaggio con cui era partito McAuliffe, convinto che l’onda lunga del successo di Biden lo avrebbe portato al successo. Sbagliato. La Virginia resta uno Stato oscillante. Nel 2020 ha scelto Biden, nel 2016 Trump, nel 2008 e 2012 Obama dopo aver votato per due volte George W. Bush e due volte Bill Clinton.

L’arrivo dei big del partito, dal presidente alla moglie, Jill, da Obama a Stacey Abrams, non ha portato i frutti sperati: i democratici sono rimasti a casa. Intorno alle dieci e mezzo di sera McAuliffe è uscito per ringraziare gli elettori, regalando sorrisi, battute, e improvvisando una incongrua danza celebrativa, mentre continuavano ad affluire i dati a favore dell’avversario.

L’effetto di questo risultato potrebbe riverberarsi a livello nazionale e suonare un campanello d’allarme in vista delle elezioni di Midterm del prossimo anno: i repubblicani sperano che sia il segnale della rimonta repubblicana, dopo lo shock del 2020. I conservatori sperano di riprendere il comando di Camera e Senato.

Nello stesso momento in cui la corsa in Virginia emetteva il suo verdetto, in New Jersey la sfida tra il governatore uscente, il democratico Phil Murphy e il repubblicano Jack Ciattarelli, è rimasta ancora a un testa a testa, con lo sfidante conservatore in leggero vantaggio. I voti scrutinati erano il 75 per cento.  

New York, invece, si conferma la vera isola liberal all’interno dell’America: qualsiasi cosa succeda, l’elettorato resta solidamente progressista. La crescita verticale dei crimini non ha spostato i newyorkesi a destra. Eric Adams, ex tenente di polizia, è stato dichiarato vincitore dall’Associated Press appena dieci minuti dopo la chiusura dei seggi. È il secondo sindaco afroamericano della storia della Grande Mela, più di trent’anni dopo David Dinkins.

Afroamericano anche il difensore civico, Jumaane Williams, e il procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg. Lui erediterà l’inchiesta sugli affari di famiglia della Trump Organization.

Nella storia anche Boston, dove il nuovo sindaco è Michelle Wu, 36 anni, prima donna a occupare questo incarico e primo sindaco americano di origine asiatica, figlia di immigrati di Taiwan, sostenuta dalla senatrice Elizabeth Warren.

A Minneapolis, Minnesota, è stato bocciato dagli elettori il progetto di sostituire il dipartimento di Polizia con un dipartimento di Sicurezza sociale, in cui il ruolo classico degli agenti sarebbe stato ridimensionato. L’idea era nata all’indomani della morte dell’afroamericano George Floyd, ucciso dall’ex agente Derek Chauvin. Molti avevano chiesto lo smantellamento della polizia, considerata ormai “marcia”. Gli elettori hanno bocciato la proposta.

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