A che punto è la diffusione di Omicron?
È stata trovata in 70 paesi. In Italia ci sono 27 casi rilevati (sicuramente solo una piccola quota rispetto ai casi reali). In Sudafrica, dove è stata osservata a metà novembre, oggi Omicron ha rimpiazzato la Delta e rappresenta il 90% dei nuovi contagi. In Gran Bretagna “si sta diffondendo a un ritmo fenomenale” ha detto il ministro della Salute inglese Sajid Javid. In Gran Bretagna i casi della nuova variante raddoppiano ogni giorno. Hanno superato i 3mila complessivi, causando diversi ricoveri e, lunedì, anche la prima vittima. A Londra Omicron è considerata responsabile del 40% dei nuovi casi. Le autorità inglesi stimano che la variante diventi prevalente – cioè superi l’incidenza della Delta – a giorni: a metà dicembre.
Cosa si sa della sua contagiosità?
In Sudafrica Omicron ha causato un aumento dei contagi rapidissimo: dai 2.500 giornalieri ai 20mila giornalieri nell’arco di tre settimane. In Gran Bretagna tracce del virus sono state rilevate nelle acque reflue del 26-28 novembre. Il servizio di sanità pubblica Uk Health Security Agency ha raccolto in un rapporto con le informazioni dei contagiati sul proprio territorio. Ha visto che se in una casa c’è un infetto con Omicron, il rischio di infezione per un convivente è del 21,6%. Con la Delta era del 10,7%. La contagiosità complessiva di Omicron, rispetto a Delta, è superiore di 3,2 volte. La probabilità di essere infettati dopo la guarigione o dopo il vaccino è fra 3 e 8 volte più alta con la nuova variante rispetto alla Delta. Gli Stati Uniti hanno calcolato che tre quarti dei loro casi erano stati vaccinati. Dei 43 infetti americani con Omicron, 34 avevano ricevuto almeno due dosi e 14 anche la terza. Tra questi ultimi, 5 avevano fatto l’iniezione solo da pochi giorni, quindi l’efficacia non era ancora piena. I loro sintomi sono nulli o lievi.
Covid, Il Regno Unito alza il livello di allerta. Johnson: “Omicron è una marea, fate subito la terza dose”
di
Antonello Guerrera e Elena Dusi
12 Dicembre 2021
Se Omicron contagia anche i vaccinati, allora il Green Pass è inutile?
Il Green Pass con Omicron potrebbe essere ancor meno una garanzia totale. In Europa sono stati osservati diversi “eventi di superspreading”, in cui un positivo contagia un gran numero di persone. Il caso più eclatante è una cena di lavoro a Oslo il 26 novembre (proprio il giorno in cui Omicron veniva classificata dall’Oms come variante preoccupante). Di 110 persone presenti alla cena, la maggior parte vaccinate, tutte anche con tampone negativo, se ne sono contagiate 70. Altre 50 sono rimaste infettate pur avendo frequentato altri tavoli del ristorante. Anche loro, per poter frequentare il locale, avevano il vaccino o il tampone negativo.
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Cosa si sa dell’efficacia dei vaccini?
Gli studi in vitro pubblicati finora sono ormai quasi una decina, sufficienti a confermare che l’efficacia degli anticorpi – sia dei guariti che dei vaccinati – è ridotta con la nuova variante. L’entità di questa riduzione differisce tra i vari studi: va da meno 10% a meno 40%. Si tratta di una compromissione importante, che è ancora più pronunciata in chi ha avuto due dosi di AstraZeneca. La vaccinazione eterologa invece (AstraZeneca o Johnson&Johnson alla prima dose, Moderna o Pfizer alla seconda) offre una protezione simile a quella di due dosi con Moderna o Pfizer. Il calo di efficacia è comunque presente, a vari livelli, in tutti i vaccini e rende facile il contagio anche tra chi ha ricevuto due dosi. Anche se non sono state fatte analisi con Omicron, si è visto in passato che la protezione dei vaccini nei confronti della malattia grave è superiore rispetto alla protezione dal contagio. Ci si aspetta quindi che anche le persone immunizzate con due sole dosi abbiano un’infezione più lieve rispetto a quelle totalmente naif. Uno studio dell’università di Oxford ha osservato poi che la terza dose riporta la protezione nei confronti del contagio al 70-75%. Per questo molti Paesi stanno accelerando la somministrazione del nuovo richiamo.
Perché la terza dose dovrebbe funzionare, se gli anticorpi non riconoscono la variante?
Gli anticorpi riconoscono la variante in proporzione minore. Non è vero che non la riconoscono per nulla. La terza dose fa aumentare il numero degli anticorpi, ripristinando in una certa misura la protezione persa a causa di Omicron.
Cosa si sa della gravità della malattia?
I malati di Covid si aggravano o muoiono almeno due settimane dopo il contagio. Al momento vediamo che il picco di infezioni in Sudafrica non si è tradotto in un aumento di ricoveri e decessi. Si osserva una leggera crescita dei ricoveri nella fascia 0-4 anni e un calo in quella al di sopra dei 60 anni rispetto alla precedente ondata di Delta, avvenuta a luglio. Ma potrebbero essere oscillazioni statistiche. In Sudafrica si stima che circa metà della popolazione abbia gli anticorpi perché precedentemente infettata. In Gran Bretagna l’immunità è fornita anche da un tasso di vaccinazione alto. E’ verosimile che le persone immunizzate in un modo o nell’altro abbiano forme più lievi della malattia.
Perché allora l’Oms considera alto il rischio derivante da Omicron?
Perché “ci si aspetta che i ricoveri possano crescere all’aumentare della contagiosità. Più ricoveri si traducono in un aggravio dei sistemi sanitari, che può causare un aumento delle vittime”. La Gran Bretagna stima che a gennaio ci possano essere fra mille e 2mila ricoveri al giorno.
Cosa possiamo fare per difenderci?
Mantenere distanze e mascherine, pratica che in Gran Bretagna era stata in buona parte abbandonata da luglio. Tutte le autorità sanitarie consigliano poi i vaccini. L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco riassume molto bene quel che sappiamo di Omicron in un post su Facebook: “Omicron è al momento la variante di Sars-CoV-2 più contagiosa che abbiamo mai incontrato in Europa. Con tutta probabilità in poche settimane avrà soppiantato le altre varianti circolanti, come successo la scorsa estate con la Delta. Questo significa che la probabilità di essere infettati da Sars-CoV-2 aumenterà sempre di più. La certezza di incontrare il virus nel prossimo futuro per ciascuno di noi è evidente. Pur ipotizzando che la gravità della malattia indotta da questa variante sia simile rispetto alle varianti precedenti (cosa alquanto probabile), incontrare un virus come questo, ad ogni età, senza protezione vaccinale è da incoscienti”.