ROMA – Quindici, forse venti giorni di vantaggio nella diffusione della variante Omicron rispetto al resto d’Europa: ecco i calcoli all’origine della strategia di Mario Draghi. Quelli che hanno spinto il governo italiano a imporre tamponi ai vaccinati alle frontiere – e quarantena per i No Vax – con l’obiettivo di ritardare l’espansione della variante. Giorni preziosi da non sprecare, ma piuttosto da sfruttare per immunizzare con la terza dose quanti più italiani possibile: entro la fine dell’anno saranno 20 milioni. Un argine provvisorio, ma prezioso per rallentare l’assedio del virus che preme oltreconfine.
Il punto di partenza di ogni ragionamento del premier è dettato dal pragmatismo. Le misure servono e sono tanto più necessarie, quanto più un Paese registra una situazione epidemiologica migliore degli altri. È il caso dell’Italia, in questo momento. Ed è quello che Draghi ribadirà, se necessario, durante il Consiglio europeo che si apre oggi a Bruxelles. Se la Commissione dovesse lamentarsi – con gli stessi argomenti utilizzati ieri – l’ex banchiere centrale replicherà mettendo in fila quattro ragioni. Primo: la scelta dell’Italia è legale e arriva dopo un’analoga decisione di Portogallo e Irlanda. Secondo: l’Ecdc – il Centro europeo che vigila sulle malattie – ha consigliato proprio ieri di affiancare al vaccino altre restrizioni. Terzo: la quarantena potrebbe spingere viaggiatori e lavoratori diretti in Italia e provenienti da Paesi poco “immunizzati” come Austria e Bulgaria, Ungheria e Polonia, a dotarsi finalmente del vaccino. Quarto: Roma non è sola e altri seguiranno l’esempio. Ieri, per dire, è stata la volta della Grecia, che ha fissato la regola dei tamponi alle frontiere.
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15 Dicembre 2021
Poi, certo, esiste il tema della notifica a Bruxelles, rispetto alla quale il capo dell’esecutivo forse avrebbe preferito una gestione migliore da parte del ministero della Salute. Ma sul merito dell’ordinanza, la condivisione è totale. Non potrebbe essere altrimenti, visti i dati registrati ancora ieri: 23.195 positivi e 129 morti, il picco della quarta ondata. “Dobbiamo difendere la normalità che abbiamo conquistato con le unghie e con i denti”, ha spiegato in Parlamento Draghi.
“Quella varata è una misura necessaria. Abbiamo attuato la stessa pratica che si usa oggi per i visitatori che provengono dal Regno Unito. Non credo ci sia molto da riflettere su questo…”.
Certo, le armi per combattere l’assedio non sono comunque risolutive. La Omicron diventerà prevalente in tempi rapidi. L’Ecdc ipotizza che possa accadere entro metà gennaio. In Italia, questa è la stima del governo, dovrebbe succedere a febbraio. Per allora, si spera, i booster avranno coperto più di metà della popolazione.
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dal nostro corrispondente
Antonello Guerrera
15 Dicembre 2021
Basta guardarsi attorno per capire che la situazione non è per nulla sotto controllo. Il caso del Regno Unito è il più allarmante, visto che ieri sono stati registrati 78.610 casi: un record assoluto. Anche le infezioni da Omicron sono quasi raddoppiate, salendo da 4.671 a 10.017. E in Danimarca il quadro non sembra molto migliore, con il nuovo ceppo stimato all’8% del totale. Tutti argomenti che spingono il governo a mantenere la linea dura.
Anche in Italia, d’altra parte, la Omicron inizia ad affacciarsi. Il flash survey diffuso ieri stima la variante ancora sotto l’1%: è lo 0,19% del totale. Significa che su 2mila test a campione, quattro erano del nuovo ceppo. Proiettati sui 23 mila casi di ieri, si arriva a circa 45 casi. Pochi, rispetto al resto d’Europa. Molti, se si considera la progressione delle ultime ore. Per questo, il ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità hanno già deciso di organizzare una nuova “sorveglianza” nei prossimi giorni. E di tenerne comunque una ogni settimana.
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di
Rossella Tercatin
15 Dicembre 2021
Ai vertici dell’esecutivo c’è piena consapevolezza di essere entrati in una nuova fase. Le due dosi di vaccino non bastano più, bisogna puntare sulla terza dose. Di positivo c’è almeno che il booster dovrebbe coprire dal nuovo ceppo: “La terza dose di Pfizer e Moderna – ha detto ieri l’epidemiologo della Casa Bianca Anthony Fauci – funziona contro Omicron”. Sullo sfondo, ma soltanto per poche settimane, resta il prossimo passo: la necessità dell’obbligo vaccinale. Se il virus corre così veloce – e se è in gioco la salute pubblica e la ripresa economica – allora non si può tentennare sui richiami. A gennaio si aprirà anche in Italia il dibattito. E si cercherà di rendere obbligatorio il vaccino nei luoghi di lavoro.