BRUXELLES – Il Covid alza la pressione nell’Unione europea. I 27 e la Commissione hanno trascorso la giornata sull’orlo di una lite. La variante Omicron pone su due trincee diverse chi ritiene che sia sufficiente affrontare il nuovo nemico solo con i vaccini e chi, come l’Italia la Grecia e la Francia, hanno già messo in campo misure ulteriori. A cominciare dai tamponi per chi viaggia dentro l’Unione.
Anzi, è stata proprio la scelta del governo Draghi di introdurre il test obbligatorio anche per i vaccinati a creare tensione sulla linea Roma-Bruxelles. Il premier l’ha difesa pubblicamente. “Ci siamo ripresi questa normalità al prezzo di più di 134 mila morti. La difenderemo con le unghie e con i denti”. Il chiarimento, poi, è arrivato per telefono. Si sono sentiti il ministro della Salute, Roberto Speranza, e la commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides. Nel colloquio, la rappresentante della Commissione non contesta la decisione e spiega che anche altri partner, come la Grecia, stanno studiando misure analoghe.
Regno Unito, si cambia: dalle mascherine al “pass” le nuove misure per combattere Omicron
dal nostro corrispondente
Antonello Guerrera
08 Dicembre 2021
Il punto di attrito con l’esecutivo comunitario, in realtà, era esploso sulla tempistica adottata dall’Italia. In particolare perché non è stato rispettato l’impegno a notificare la scelta nelle 48 precedenti. Speranza ha risposto che l’ordinanza è stata trasmessa già l’altro ieri sera agli uffici di Bruxelles e la notifica è partita ieri mattina e arrivata nel pomeriggio. E comunque per la Kyriakides, il provvedimento è legittimo giuridicamente (il Portogallo e l’Irlanda hanno già preso quella direzione) e condivisibile politicamente. L’ipotesi di una lettera di richiamo all’Italia, dunque, sembra non realistica.
Senza dubbio, però, la notizia era stata accolta martedì scorso e ieri mattina attraverso uno dei portavoce di Palazzo Berlaymont con un certo disappunto. Proprio per la mancata notifica. Una sorpresa determinata da tre fattori: l’impegno assunto dal Consiglio dei ministri degli Interni alla reciproca comunicazione su questi interventi; l’orientamento della Commissione a eliminare il blocco dei voli stabilito nelle scorse settimane per otto Paesi africani a causa della variante Omicron e confermato dall’Italia; e poi quella che gli uffici brussellesi chiamano “disponibilità” a modificare la proposta sulla riforma dell’area Schengen sulla libera circolazione. Modifica che poi è effettivamente avvenuta perché la parte sui cosiddetti “movimenti secondari” (dal primo Paese di approdo a un altro) dei migranti illegali è stata ridimensionata a una sola ipotesi: il migrante viene riconsegnato al primo Paese solo se fermato al confine da pattuglie miste dei due Stati. La mancata notifica dell’ordinanza, allora, è stata colta come un segno di irriconoscenza.
Covid, ecco perché in Germania va peggio che altrove. Anticipata a domani la riunione tra Scholz, Merkel e i governatori
dalla nostra corrispondente
Tonia Mastrobuoni
29 Novembre 2021
Ma al di là del fastidio emerso in un primo momento, i leader dell’Ue oggi durante il summit di Bruxelles non alzeranno le barricate. In parte perché alcuni di essi stanno valutando se imboccare la stessa strada. La Francia, ad esempio, ha deciso di imporre lo stesso limite per chi arriva dalla Gran Bretagna. E in parte perché qualcuno ritiene di poter sfruttare la situazione dirottando i turisti diretti nel nostro Paese per le vacanze natalizie. Oggi al Consiglio europeo, quindi, si discuterà dell’emergenza pandemica. L’Ecdc, l’Agenza europea per la prevenzione, ha avvertito che Omicron sta diventando una minaccia reale e che i vaccini da soli non bastano a fermare l’avanzata del virus.
a stessa Kyriakides – prendendo le distanze dai toni con cui l’altro ieri si era espressa la “collega” Vera Jourova che non ha la delega alla Salute – ha invitato gli alleati a tenersi pronti e ad “alzare la guardia”. I leader parleranno anche della scelta italiana. E ne rimprovereranno il mancato coordinamento. Nella bozza delle conclusioni figura infatti un passaggio che sembra riferito al nostro Paese: “Sono necessari sforzi coordinati continui per rispondere agli sviluppi basati sulle migliori prove scientifiche disponibili, garantendo nel contempo che eventuali restrizioni si basino su criteri oggettivi e non pregiudichino il funzionamento del mercato unico o ostacolino in modo sproporzionato la libera circolazione nell’Ue”.