A Nur-Sultan, città fantasma, dove i kazaki ora temono la repressione del regime

Read More

NUR-SULTAN – La paura del regime kazako la si avverte appena si esce dall’aeroporto Nazarbayev. Un blindato dell’esercito presidia il lungo viale innevato e deserto che porta verso il centro della città. Il drappello di soldati con il fucile a tracolla osserva i pochi stranieri che sfilano muti nella notte gelida. Notte di coprifuoco. Dalle 23 alle 7 di mattina nessuno può uscire di casa. Lo stato di emergenza dichiarato dal presidente Tokayev dopo le rivolte dell’ultima settimana durerà fino al 19 gennaio e vale per l’intera nazione. Nur-Sultan è una capitale fantasma.

Nel Kazakistan in fiamme spunta la pista del golpe. Epurato il capo dei servizi

dal nostro inviato Fabio Tonacci 08 Gennaio 2022

In giro si vedono circolare solo ambulanze e tassisti che sfidano il coprifuoco per intascarsi un pugno di tenge. “Se pagate in dollari, anche meglio”, ti dicono. “Con questo governo non si sa cosa può succedere…”. Non si sente niente, la neve che ricopre strade ed edifici ovatta ogni suono. Il termometro elettronico di una farmacia chiusa segna 13 gradi sotto lo zero. L’illuminazione pubblica però funziona e le principali arterie urbane sono rischiarate dai lampioni. Le comunicazioni, invece, sono ostacolate.

Le strade deserte di Yesil District, il quartiere di Nur-Sultan della capitale kazaka dove si tenne l’Expo nel 2017, durante il coprifuoco. Foto: Fabio Tonacci 

Le sim card non kazake si agganciano con difficoltà agli operatori di telefonia nazionali. Quelle italiane non lo fanno. La Rete è ancora parzialmente disattivata per ordine del presidente Tokayev e in certe ore della giornata i kazaki sono tornati a usare i vecchi sms. Negli hotel è vietato fare chiamate esterne dirette, sia locali che internazionali. Nel timore dell’effetto psicosi, inoltre, il governo ha introdotto un tetto di 10.000 tenge al giorno (20 euro) prelevabili dai bancomat. Il Kazakhstan è un Paese ferito e spaventato.

Kazakistan, il pugno duro di Tokayev, l’ex diplomatico del disarmo che guarda a Cina e Russia

di Enrico Franceschini 08 Gennaio 2022

Anche perché il ministero della salute ha appena fornito il bilancio delle vittime dei disordini che per la prima volta comprende anche i manifestanti: 164 morti, di cui 103 solo ad Almaty. Tre sono minorenni. Sedici appartengono alle forze dell’ordine, due dei quali sarebbero stati fatti mettere in ginocchio e decapitati. I feriti sono 2.265, di cui 83 sono ricoverati in gravi condizioni. Gli arrestati quasi seimila. Nella regione di Almaty, epicentro degli scontri, la polizia locale ha sequestrato 25 pistole Makarov, 5 kalashnikov, diversi fucili a canne mozze, 500 proiettili. E nella città cuore economico del Kazakistan, punteggiata dai check point della Guardia nazionale, fonti locali dicono di sentire ancora spari.

Related articles

You may also be interested in

Headline

Never Miss A Story

Get our Weekly recap with the latest news, articles and resources.
Cookie policy

We use our own and third party cookies to allow us to understand how the site is used and to support our marketing campaigns.