Scuola, classi svuotate, molte assenze tra i docenti: “Ripartire è stato un errore”

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ROMA – Una ripartenza difficile, in alcuni casi difficilissima. La scuola racconta il suo ennesimo esordio – immersa nel dilagare del contagio Omicron – così: “Mancano 976 aunni su 1.371, le classi dell’infanzia sono vuote”. Lo racconta Valeria Sentili, dirigente scolastica del’Istituto comprensivo Francesca Morvillo di Roma. I genitori si sono autotutelati e non hanno mandato il figlio in aula. Quasi nessuno, qui, padre o madre di un alunno fra i tre e i sei anni, esentato quindi dall’obbligo di mascherina. Sempre al Morvillo, sono state più contenute le assenze dei docenti (19 su 180) e degli impiegati Ata (7 su 33).

Il preside Gianni Poggio dell’Istituto Vittorio Emanuele II di Genova, quello frequentato a inizio Novecento da Eugenio Montale, scrive di “classi decimate”. E il ds delLiceo scientifico Giovanni da Castiglione di Castiglione Fiorentino conferma “problemi con i docenti del ciclo primario”. In questo grado di istruzione la questione delle mensa, che può allargare i contagi, esiste.

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi salta da una tv a una radio a rassicurare l’audience – “è rientrata la maggior parte di studenti e prof” – annnunciando nuove estati di studio, ma il quadro del lunedì 10 gennaio a scuola lo offre Mario Rusconi, storico dirigente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio: “Classi a rango ridotto, mancanza diffusa di docenti, fragili e in quarantena, pochi gli insegnanti no vax. Mancano impiegati e bidelli. Molti genitori non hanno mandato i figli all’infanzia e alla primaria. Non si vedono le mascherine Ffp2 e nulla si sa dello screening ministeriale degli studenti”.

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di Corrado Zunino 09 Gennaio 2022Gli studenti verificano i guai classe per classe e annunciano scioperi, a Roma, Napoli, Catanzaro. Scrive l’Unione degli studenti: “Per l’ennesima volta il ritorno è a singhiozzo e non sicuro, centinaia di scuole sono in sciopero e tante altre sciopereranno nei prossimi giorni. Basta al ricatto tra presenza e Didattica a distanza, il governo ha gravi responsabilità per questa ripartenza disastrosa”. Una studentessa delLiceo Kant di Roma:“E’ stato inutile tornare adesso in presenza, rientrare a scuola in questo momento vuol dire rientrare nel cuore del Covid. La situazione è stata gestita malissimo. In classe, noi, siamo ventisei, la struttura della scuola è vecchia e ci sono aule strette, spesso chi è al primo banco resta attaccato alla lavagna”.

I liceali del classicoManzonidi via Orazio, aMilano, hanno occupato il primo piano con i sacchi a pelo. Assicurano che rispetteranno le direttive Covid, ma l’autogestione in questa fase Omicron è un azzardo.

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Uno dei problemi degli studenti è che in molti casi la Didattica a distanza non è stata avviata: le segreterie scolastiche hanno poco personale, non hanno lavorato nei giorni di ferie per controllare le richieste, le domande sono arrivate senza certificazione medica. E poi c’è un numero considerevole di verifiche e interrogazioni che si stanno accumulando nel finale di quadrimestre.

Stefania Chimienti, ds dell’Istituto di Istruzione superiore Paciolo di Bracciano, racconta che “dai sei studenti positivi del 22 dicembre siamo arrivati a settanta”. Ci sono dieci docenti di sostegno da sostituire. “Al primo turno di entrata pochissimi alunni nelle classi. Tanti risultano semplicemente assenti. Per paura del contagio non fanno né lezione in presenza né Dad”. AlLiceo Newton di Roma la contabilità individua 81 studenti positivi e 13 insegnanti assenti. Dice la dirigente Cristina Costarelli, che è anche presidente di Anp Lazio: “In una quinta gli alunni in aula erano cinque e quindici in Dad, questa non è scuola in presenza”.

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di Corrado Zunino 09 Gennaio 2022Tommaso De Luca, preside dell’Istituto tecnico industriale Avogadro di Torino,spiega: “Decidere per la ripresa della scuola in presenza è stato un azzardo perché i ragazzi in molti istituti restano sei ore al giorno in classe a cui si aggiunge un’ora, un’ora e mezza sui mezzi pubblici tra andare e tornare”. Sempre a Torino, CosìLorenza Patriarca, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Tommaseo: “Le scuole stanno facendo i miracoli, ma siamo sfiniti e per questo alcuni miei colleghi arrivano a dire chiudiamo tutto. Obiettivamente, sul piano organizzativo le scuole fanno da sé, perché le indicazioni sono molto generiche”.

Difficoltà di sostituzione di docenti assenti segnala il Tito Livio di Milano. Matteo Loria, Iis Caramuel-Roncalli di Vigevano, certifica il 7 per cento di studenti positivi: 85 su 1.250. Al Liceo scientifico Curiel di Padova 60 alunni contagiati e 29 in quarantena su 1.200 iscritti.

Casi triplicati tra docenti e studenti, tamponi introvabili e screening saltato. Per Monica Fugaro, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Viale Legnano di Parabiago, in provincia di Milano, “il rischio di riaprire le scuole il 10 gennaio è quello di una paralisi di tutto il sistema”. Fino a pochi giorni fa il suo istituto era Covid free.

La Cgil di Firenze quota attorno al 10 per cento l’assenza dei docenti e 4-5 alunni per classe rimasti a casa. A Rimini la stima sugli insegnanti assenti è doppia: 20 per cento.

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Le superiori della Campania sono aperte con le lezioni n presenza, l’ordinanza De Luca ha chieso dall’infanzia alle medie, ma gli scioperi degli studenti ne hanno svuotato le aule: “Lavoriamo con due mascherine indossate”, racconta un’insegnante del sostegno.

Tina Gesmundo, dirigente scolastica del Liceo Salvemini di Bari, dove si registra il 15 per cento delle assenze tra gli studenti, se la prende con il presidente regionale Michele Emiliano, che ha suggerito alle famiglie di avanzare un ricorso autonomo se vogliono che il figlio studente resti a casa in Dad: “Io la Didattica a distanza non la concederò”, ha replicato la preside.

Poi ci sono gli istituti che hanno gestito per tempo situazioni comunque meno pesanti. Questo è Alfonso D’Ambrosio, preside di Vo’ Euganeo: “Abbiamo sostituito tre docenti positivi”, dice, “su trenta classi solo tre hanno assenti”. Roberto Contessi, docente di Filosofia del Liceo Giulio Cesare di Roma: “Vedo la luce in fondo al tunnel, pochi positivi in un contesto di vaccinati”.

Ci sono tre riconosciuti esperti che considerano sbagliato aver riaperto le scuole oggi. Uno, Walter Ricciardi, è consulente del ministro della Salute e dice: “La scuola, nel momento in cui riapre, può ridiventare un detonatore. Sembra che le vacanze, sia estive che natalizie, non possano essere impegnate per correggere i punti deboli della scuola: la purificazione dell’aria, le mascherine, il personale. Per garantire una ripartenza della scuola in sicurezza occorrerebbe raggiungere percentuali di vaccinazione del 90-95 per cento”. L’infettivologo Massimo Galli è stato tranchant: “Il rientro nelle scuole è stato imprudente e ingiustificato, siamo in una situazione in cui non ce lo possiamo permettere”. Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario Irccs Galeazzi di Milano: “L’epidemia è in crescita, siamo in una fase espansiva esponenziale. La riapertura delle scuole porterà un ulteriore stress e temo che il valore giornaliero dei contagi continuerà  a crescere almeno fino alla fine di gennaio”.

L’assessore all’Istruzione della Regione siciliana, Roberto Lagalla, ha infine detto che potrebbero essere necessari altri due giorni di vacanza dopo i tre annunciati.

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