Non ce l’ha fatta, David Sassoli. Il presidente del Parlamento europeo, ricoverato dal 26 dicembre per una grave forma di disfunzione del sistema immunitario, è morto all’1.15 della notte, a 65 anni. Si trovava nel centro oncologico di Aviano, in provincia di Pordenone.
Ieri il suo portavoce, Roberto Cuillo, aveva annunciato la cancellazione di ogni suo impegno ufficiale. E subito erano arrivati messaggi di solidarietà da ogni forza politica e dalle istituzioni dell’Unione.
Sassoli aveva già dovuto annullare gli impegni istituzionali da settembre a inizio novembre dello scorso anno, a causa di una “brutta” polmonite dovuta al batterio della legionella, come lui stesso aveva spiegato in un video pubblicato su Twitter dopo la guarigione. Una malattia che gli aveva impedito di presiedere la seduta plenaria nella quale la presidente della Commissione vpn der Leyen aveva pronunciato il discorso sullo stato dell’Unione A dicembre Sassoli aveva detto che non si sarebbe ricandidato alla guida dell’Europarlamento. E giovedì prossimo era prevista l’elezione del suo successore, per la seconda metà della legislatura.
Giornalista, condutore televisivo, vicedirettore del Tg1, Sassoli era entrato in politica come europarlamentare del Partito democratico nel 2009.