All’imbarcadero dei traghetti di Villa San Giovanni, Fabio Messina si è dotato di un sacco a pelo e aspetta. Sperando che un giudice accolga il ricorso d’urgenza presentato dal suo legale e che gli consentano di tornare a casa sua a Palermo.
Niente Green Pass, niente traghetto. E per chi, come Fabio Messina, 43 anni, agente di commercio, ha scelto di non vaccinarsi, la Sicilia resta lì, a 5 miglia, 20 minuti di navigazione, irraggiungibile. Da lunedì su tutti i mezzi di trasporto, traghetti compresi, è vietato l’accesso senza Super Green Pass rafforzato. Unica eccezione (ma solo fino al 10 febbraio) per gli abitanti delle isole minori costretti a spostarsi per certificati motivi di salute o di studio.
Non che Fabio Messina non lo sapesse. Ma, andato per lavoro a Genova prima dell’entrata in vigore delle nuove restrizioni, e dopo essersi fatto tutta l’Italia in macchina, era convinto che sul traghetto, chiuso a bordo della sua auto, lo avrebbero fatto salire. Ma così non è stato.
«È una follia — dice mentre si prepara a quella che definisce una battaglia di principio affidata all’avvocatessa Grazia Cutino del Foro di Trapani — Mi sento come nel film The Terminal, solo che invece di essere bloccato in un aeroporto, sono costretto nel piazzale di un imbarcadero. Non possono impedirmi di tornare a casa mia. Gli spostamenti con mezzo proprio tra Regioni sono consentiti anche ai non vaccinati, è scritto chiaramente sul sito del governo. Io ho percorso tutta l’Italia in macchina tranquillamente, ma l’Italia finisce a Lampedusa e non in Calabria e non è possibile che a un cittadino che abita in Sicilia venga impedito di tornare a casa sua. Se ci fosse stato il ponte sullo Stretto a quest’ora sarei già a casa. Ma visto che devo prendere un traghetto sono ancora qui. E che dovrei fare ora? Non posso più neanche andare in albergo. Sono costretto a stare qui, in auto».
Fabio Messina non è un No Vax ideologico, ma ha ugualmente deciso di non vaccinarsi (come la moglie e il figlio) anche a costo di rinunciare alla sua vita sociale. «Mio figlio ha fatto tutte le vaccinazioni pediatriche, ma questo vaccino qui non abbiamo ritenuto di farlo. Stiamo benissimo, non riteniamo di essere soggetti a rischio. Io sono stato per 12 anni senza neanche il medico di base. Ne faccio una questione di principio. Sono stato uno dei fondatori del movimento antiracket in Sicilia, lotto da sempre contro le ingiustizie e vivo la compressione delle libertà individuali come un’ingiustizia. Spero che un giudice mi consenta di tornare a casa».
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