La Dybalamask è una faccia seria, quasi truce, con lo sguardo fisso puntato verso la tribuna (verso i dirigenti?) e neanche un accenno di sorriso, non la minima traccia di gioia per quel gol tra l’altro bello, un classico dei suoi, con lo smarcamento al limite (merito di Kean) e il tocco a liberare il sinistro delicato. Dybala ha fatto una faccia come a dire: “Visto? Avete altro da obiettare?”, poi ha tenuto a distanza i compagni, non ha voluto né offerto abbracci e si è incamminato verso il centrocampo con quegli occhi che sembravano incenerire. “Ma no, cercavo solo un mio amico in tribuna e non lo trovavo…”, dirà alla fine con il perfido sarcasmo di un risolino trattenuto a stento. “Non ho niente da dimostrare”.
Le pagelle di Juventus-Udinese: Dybala d’autore, Beto troppo solo
di Domenico Marchese 15 Gennaio 2022
Ma il linguaggio del corpo ha detto molto
Il linguaggio del corpo aveva comunque già detto molto di quello che Dybala ha in testa e nell’anima, di una situazione che lo infastidisce e lo sta spingendo a fare delle riflessioni, anche se non ha ancora davvero pensato a un’alternativa alla Juventus. Ad andarsene magari sì, ma sul dove non ha mai ragionato. Finora, a corteggiarlo, più che altri club sono altri procuratori, che vorrebbero separarlo da Jorge Antun (che per lui è quasi un secondo padre) e intanto gli promettono contratti favolosi e prospettive smisurate. Chissà se qualcuno è caldeggiato pure dalla Juve, che con Antun non è riuscita a innescare gli abituali meccanismi tra società e agente, che in genere comprendono il retaggio delle trattative passate e magari la promessa di altre future. Dybala e il suo staff di famiglia rappresentano un’anomalia, che come tale è più complicato maneggiare. Fatto sta che l’argentino non si è negato ai commenti, ha criticando un poco la squadra (“Spesso succede che smettiamo di attaccare, abbiamo paura. Non abbiamo un bel gioco ma dobbiamo puntare sulla voglia, far capire che vogliamo lottare per i primi posti”) e poi glissando sul resto: “Sono successe tante cose, preferisco non parlarne. Tanto fino febbraio-marzo non succede niente”.
Partita fredda e nera con lo sguardo della Joya
Sia come sia, Dybala ha vinto una partita nera e fredda come il suo sguardo, ma molto meno spettacolare e significativa. Il 10 ha fatto le due cose più delle del match, il gol e la sventagliata per De Sciglio da cui è poi partito il cross per il secondo gol di testa di McKennie in quattro giorni, per altro identico a quello di San Siro: lui è davvero bravo ad apparire all’improvviso nel cuore dell’area e a rubare il tempo a difensori che non se lo aspettano. La Juve è stata tutta qui, in questi due momenti, ma l’Udinese è stata anche meno e questo spiega il risultato: i friulani, che sembrano ancora rintronati dall’ondata di contagi da cui sono stati colpiti, hanno giocato senza sale in ogni reparto e in ogni situazione di gioco, difensiva e offensiva che fosse, cosicché ne è venuta fuori una partita di esemplare bruttezza (ma purtroppo non rara, per chi è abituato a vedere la Juventus) che si è stancamente trascinata a ritmi blandi e senza squilli tecnici, tolti i due che abbiamo detto. Oltre ai gol, la Juventus ha tirato in porta, per altro senza pericolosità, appena altre due volte, la prima delle quali dopo oltre un’ora di gioco con una punizione di Cuadrado che era un mezzo cross: visto che nelle ultime partite di campionato la percentuale realizzativa si avvicina all’70% (6 gol su 9 tra Roma e Udinese), si può dire che il problema non sia la finalizzazione delle occasioni, bensì la produzione delle medesime. Due a zero è il risultato classico della Juve: è la sesta volta che si verifica e grazie ai lampi di talento e alla tenuta difensiva bianconera sono risaliti provvisoriamente al quarto posto per la prima volta in questo campionato.
Juventus-Udinese 2-0 (1-0).
Juventus (4-2-3-1): Szczesny; Cuadrado, De Ligt, Rugani, Pellegrini (12′ st De Sciglio); Bentancur (37′ st Rabiot), Arthur (1′ st Locatelli); Kulusevski (1′ st Bernardeschi), Dybala, McKennie; Kean (19′ st Morata) (23 Pinsoglio, 36 Perin, 3 Chiellini, 12 Alex Sandro, 21 Kaio Jorge, 45 De Winter). All.:Allegri.
Udinese (3-5-2): Padelli; Perez, Nuytinck, Zeegelaar; Soppy (36′ st Success), Arslan (40′ st Samardzic), Walace (36′ st Jajalo), Makengo, Udogie; Beto, Deulofeu (21′ st Pussetto) (29 Santurro, 66 Piana, 30 Nestorovski, 69 Ianesi, 70 Castagnaviz, 71 Damiani, 72 Cocetta, 75 Pinzi). All.: Cioffi.
Arbitro: Giua di Olbia.
Reti: nel pt 19′ Dybala; nel st 34′ McKennie.
Angoli: 7-6 per la Juventus.
Recupero: 2′ e 3′.
Ammoniti: Arthur, Soppy, Zeegelaar per gioco scorretto, Cioffi (dalla panchina) per proteste.
Spettatori: 5.000 per un incasso di 286.769,00 euro.