Sassari, incinta perde il bimbo perché senza molecolare non la visitano: “Denunciamo affinché non accada ad altre”

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La loro testimonianza si trasformerà in denuncia alla Procura a stretto giro. “È già pronta e verrà depositata lunedì”, specifica il legale Gabriele Sechi. Nel frattempo a Sassari, al Pronto soccorso della clinica ostetrica e ginecologica dell’Azienda ospedaliera universitaria, arriveranno gli ispettori del ministero della Salute. Per tentare di capire che cosa sia successo sabato 8 gennaio quando – secondo la versione della coppia, pubblicata da La Nuova SardegnaAlessia Nappi, 25 anni, incinta alla quinta settimana è stata respinta dalla struttura. Era arrivata in compagnia del marito con perdite di sangue e dolori al ventre, ma di fatto non è stata visitata da nessuno. Un rinvio al lunedì successivo, ma la giovane poco più tardi ha avuto un’emorragia e ha perso il bambino. Ora moglie e marito, protagonisti loro malgrado del caso sanitario, chiedono con forza giustizia. “Non tanto per questioni di denaro, ma semplicemente perché una situazione così assurda non succeda mai più – riferisce l’avvocato Sechi -. Che nessun altro possa esser rimandato indietro senza un controllo”.

“Senza test, niente visita…”

Il perché dello stop all’accettazione è legato alle misure per tutelare i reparti dai contagi da Covid-19 e dagli aumenti esponenziali delle scorse settimane. Tutto ruota attorno all’esito di un tampone molecolare negativo ritenuto indispensabile, ma la donna (vaccinata con due dosi) non aveva un risultato recente. Anche perché era arrivata lì in condizioni di urgenza. Ma allo stesso tempo, nonostante la richiesta, non è stato possibile nemmeno fare un test sul posto. Senza tampone molecolare, niente da fare: la visita del ginecologo, avvisato dall’ostetrica, è stata rinviata. “La mia assistita prima ha aspettato venti minuti davanti alla porta del Pronto soccorso, poi ha avuto accesso al triage – così Sechi ripercorre la mattina all’Aou di Sassari – ha quindi sollecitato dopo un’ulteriore attesa. E le hanno risposto che si erano dimenticati di lei. Infine, la richiesta di un tampone molecolare che, seppur fatto sul posto, ha tempi lunghi… Possibile non si possa esser visitati in caso di necessità? Nessuna alternativa?”.

La telefonata a carabinieri e polizia

A quel punto la coppia ha addirittura chiesto l’intervento di carabinieri e polizia ma, secondo quanto riferisce il legale, le forze dell’ordine hanno risposto di non aver pattuglie per un intervento. “Senza prendersela con medici e infermieri, questa è una situazione che deve essere chiarita, perché non succeda più”, chiude l’avvocato Sechi.

L’audit interno

Ora eventuali carenze saranno scandagliate ulteriormente da un audit interno disposto dalla direzione strategica dell’Aou. Un accertamento aziendale, al di là della vicenda giudiziaria, dell’ispezione ministeriale e di un’interrogazione parlamentare del senatore di Forza Italia, Enrico Aimi. L’équipe in servizio quel giorno al Pronto soccorso sarà convocata per un colloquio per fare chiarezza sulle procedure seguite. Tutte le versioni e le ricostruzioni dei sanitari finiranno poi in un verbale destinato al direttore della struttura. E dalla direzione dell’azienda arriva il messaggio: “Siamo dispiaciuti per quanto accaduto alla signora”.

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