Covid, i dubbi degli esperti sul tampone fai-da-te: “Il prelievo è impreciso”

Read More

È il momento dei tamponi rapidi nasali. E le regioni fanno da apripista. Da mercoledì prossimo in Emilia Romagna si parte con la strategia dell’autotesting, per sfoltire le file davanti alle farmacie e superare l’impasse delle Ausl nel gestire le procedure di tracciamento e isolamento dovuta all’esplosione di Omicron. Anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, è favorevole all’iniziativa di Stefano Bonaccini, così come quello della Liguria Giovanni Toti (che però va oltre: senza sintomi, niente tampone a fine quarantena). Mentre il Lazio è interessato con riserva: l’assessore alla Salute, Alessio D’Amato, vorrebbe linee guida e standard di fronte al proliferare di tamponi rapidi in commercio, difficilmente giudicabili per la loro qualità dai semplici cittadini. Il governo, intanto, ha chiesto un parere al Cts.

Regioni in pressing sul governo: “Via il sistema a colori”. L’Emilia Romagna: liberi con un test fai-da-te

di Viola Giannoli 15 Gennaio 2022

L’autotesting lanciato in Emilia Romagna – riservato ai vaccinati con tre dosi, ma che vede l’esclusione dei non residenti, tra cui 40mila studenti fuori sede – prevede che per entrare o uscire dall’autoisolamento si possa effettuare un test antigenico nasofaringeo rapido fai-da-te (acquistabile anche online). In caso di positività, starà al cittadino avvisare il medico curante, caricare il risultato (compresa una foto con l’esito del test) nel suo fascicolo sanitario elettronico e iniziare la settimana di isolamento. Passati i sette giorni, i tri-vaccinati potranno effettuare un altro tampone: se negativo, si può terminare l’isolamento. Se positivo, altri 7 giorni di isolamento.

Difficile un campione valido con l’autoprelievo

“I test fai-da-te sono poco affidabili, perché alle limitazioni tipiche dei test antigenici rapidi, ovvero una minore sensibilità e una finestra temporale molto stretta per identificare la positività, si aggiunge la variabile della raccolta del campione: difficilmente con l’autoprelievo naso-faringeo si riesce a raccogliere un campione valido”, spiega l’immunologa Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza di Padova. “Sappiamo inoltre che con la variante Omicron i test antigenici perdono un po’ di sensibilità, come conferma anche uno studio in revisione”. La minore capacità dei test antigenici rapidi rispetto a Omicron potrebbe spiegarsi con il fatto che la variante presenta, rispetto alle altre, mutazioni nella proteina “Spike” ma anche nelle proteine del nucleocapside del virus, la parte che viene riconosciuta dagli antigenici rapidi. “Con l’antigenico rapido è fatale che ci sia un alto numero di falsi negativi per la minore sensibilità rispetto al molecolare, per la predominanza della variante Omicron, per la raccolta imperfetta del campione” spiega Viola. “Il secondo problema è la mancanza di tracciabilità: bisogna infatti sperare che tutti i cittadini siano scrupolosi e, in caso di positività, avvisino il medico curante”.

I falsi negativi tallone di Achille

In generale è noto che i test antigenici rapidi sono meno affidabili di quelli molecolari: se la specificità dei test antigenici, ovvero la capacità di identificare come tali i soggetti sani, è generalmente ottima e intorno al 99%, il problema è la sensibilità, ovvero la capacità di identificare i soggetti ammalati. Uno studio pubblicato a novembre 2021 su Eurosurveillance ha confrontato 122 test rapidi mostrando che solo il 79% di loro ha una sensibilità superiore al 75% per i soggetti con alto carico virale nella rinofaringe. Uno studio dell’Università di Berna, pubblicato in agosto sull’International Journal of Infectious Diseases, ha trovato per il test rapido Roche una sensibilità media del 65,3% (più alta nei pazienti con difficoltà di respiro (69,2%) e febbre (73,9%) e più bassa negli individui asintomatici (44%). Quindi, oltre 4 positivi asintomatici su 10 possono risultare negativi al test. Siccome il basso carico virale può voler dire sia che l’infezione sta terminando sia che è ancora in incubazione, potrebbe risultare negativo un soggetto che sta per diventare molto contagioso. Ovviamente per i tri-vaccinati in Emilia Romagna il rischio di alta contagiosità è ridotto dal ciclo vaccinale completato.

I vantaggi del salivare

Per l’Oms il test rapido ha massima affidabilità per i sintomatici dopo 24 ore ed entro 5-7 giorni dalla comparsa dei sintomi. Un’alternativa che potrebbe aiutare contro Omicron è il test salivare, che però non è ancora approvato dall’Emilia Romagna come “semaforo” per l’autoisolamento: “Ci sono studi in revisione che suggeriscono che la saliva sia più adatta a identificare Omicron rispetto al tampone nasale” commenta Antonella Viola. “Però attendiamo conferme di questi dati preliminari”.

Related articles

You may also be interested in

Headline

Never Miss A Story

Get our Weekly recap with the latest news, articles and resources.
Cookie policy

We use our own and third party cookies to allow us to understand how the site is used and to support our marketing campaigns.