Regno Unito, Johnson cancella le restrizioni anti Covid: niente più mascherine al chiuso, abolito il “passaporto vaccinale”

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LONDRA – Basta mascherine al chiuso: in Inghilterra si torna al “liberi tutti”. Così ha deciso Boris Johnson sulle restrizioni anti Covid oggi, in una giornata molto complicata e con il destino politico del primo ministro britannico sempre più in bilico a causa dello scandalo dei party alcolici a Downing Street durante il lockdown. Tanto che, sempre oggi, un deputato conservatore della prima ora, Christian Wakeford, eletto nel 2019 proprio grazie a Johnson, è passato clamorosamente al Labour. Mentre un parlamentare tory ben più esperto e navigato, David Davis, ha attaccato clamorosamente il primo ministro ai Comuni citando le dimissioni di Chamberlain: “In nome di Dio, se ne vada!”.

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dal nostro corrispondente Antonello Guerrera 13 Gennaio 2022Dunque, l’annuncio di oggi sull’allentamento delle norme anti Covid fa pure gioco politico a Boris Johnson, per cercare di distrarre l’opinione pubblica, fino a che potrà. Detto ciò, le nuove misure in vigore da domani rimuovono, ancora una volta, l’obbligo della mascherina in qualsiasi luogo chiuso, anche nelle scuole secondarie (all’aperto neanche a parlarne, a differenza dell’Italia). Rimarrà la raccomandazione di indossarle, ma ovviamente la decisione finale sarà lasciata nelle mani dei cittadini e del “common sense”. Rimossi anche i “passaporti vaccinali” per stadi e concerti, anche se sono stati praticamente una farsa: molto spesso non sono stati chiesti e comunque si potevano ottenere con un test antigenico casalingo che, tra le altre cose, poteva essere facilmente falsificato.

In pratica, dunque, non cambierà molto. Anche perché per esempio le mascherine sino a oggi già non erano previste in pub, ristoranti o bar. Lo erano invece per esempio sui mezzi pubblici e nei negozi e questa sarà la più grande differenza. Il che, probabilmente, adesso porterà a un aumento dei contagi nei prossimi giorni.

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Tuttavia, proprio questi sono in calo, per quello che già la settimana scorsa era stato definito da più esperti come il superamento del “picco” della curva delle infezioni. Oggi, per esempio, sono stati registrati 108.069 casi, circa 10mila in più rispetto a ieri, su 1,3 milioni di tamponi. Il dato positivo però è su base settimanale: il numero dei casi totale degli ultimi sette giorni (652.469) è del 37,2% inferiore alla settimana precedente. I morti sono in ascesa, oggi 359 e +8,2% sulla settimana precedente, ma purtroppo questo era un trend che ci si aspettava visto l’alto numero di contagi degli ultimi due mesi.

I ricoveri, invece, sono fermi a circa 2mila al giorno, anzi oggi sono stati 1.752, e questo dato rientra nelle migliori aspettative dei modelli Covid basati su un numero di restrizioni molto limitato, come è stato con Omicron nel Regno Unito. Al momento, nonostante il recente tsunami di casi della nuova variante, ci sono 19mila pazienti in ospedale per Covid (di cui 703 in terapia intensiva). Ossia la metà del picco di gennaio scorso. Ora, dunque, con quasi il 64% di popolazione oltre i 12 anni che ha già ricevuto la terza dose, Johnson prova un’altra scommessa: convivere con Omicron senza praticamente alcuna restrizione. Un esperimento che farà scuola, in un senso o nell’altro, negli altri Paesi europei.

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