ROMA – “L’Italia è un partner commerciale centrale per la Russia, i nostri Paesi sono riusciti a mantenere la collaborazione a livelli piuttosto alti”. Nel bel mezzo della crisi con l’Ucraina, Vladimir Putin mantiene un impegno preso in novembre con gli industriali italiani. Per due ore e mezzo il presidente si presenta con ben otto ministri e alcuni capi-azienda al video-incontro con 16 capitani di industria italiani.
Lo stallo di Roma tiene in ansia la Casa Bianca
dal nostro corrispondente Paolo Mastrolilli 26 Gennaio 2022
Il leader russo cita a memoria le statistiche della bilancia commerciale fra Roma e Mosca in un incontro a distanza che sarà dedicato soltanto all’economia, con nessun accenno alla crisi ucraina. “Il commercio bilaterale fra Italia e Russia è salito in 11 mesi del 2011 del 53,8%, arrivando a 27,5 miliardi di dollari, ma credo che alla fine dei calcoli saranno 30 miliardi”. E poi fa un riferimento esplicito alla merce che la Russia vende in cambio delle forniture italiane, ossia il gas: “La Russia è un fornitore affidabile di energia ai consumatori italiani, e continuiamo a vendere gas a prezzi molto più bassi di quelli di mercato”. Il riferimento è ai contratti pluriennali che l’Italia ha firmato innanzitutto con Gazprom e Putin li cita per spiegare che il gas liquefatto e imbarcato sulle navi costerebbe molto di più. Come dire che il gas che Biden chiede al Qatar di far arrivare in Europa al posto del gas russo in caso di crisi sarebbe un peso ancora maggiore per l’economia italiana.
Fonti Ue hanno fatto trapelare il fastidio di Bruxelles per la tempistica “indelicata”, mentre il dipartimento di Stato ha ribadito che gli Usa “sono uniti” con gli alleati, “Italia compresa”. Alla vigilia dell’incontro, lo stesso Palazzo Chigi si era chiesto dell’opportunità dell’appuntamento tanto da chiedere che almeno le aziende partecipate non prendessero parte all’incontro. Che aveva però il problema di essere stato concesso dal leader di una super-potenza a un gruppo di imprenditori “privati”. L’Eni di Claudio Descalzi ha chiesto ai suoi di non partecipare alla discussione organizzata da Vincenzo Trani, presidente della Camera di commercio italo-russa.
Ha rinunciato anche Saipem. Assenti infine pure Marco Alverà della Snam e Carlo Messina di Intesa Sanpaolo. Altri 16 industriali italiani sono stati ad ascoltare e a fare domande a Putin, riuniti in due alberghi di lusso a Roma e Milano. Il più importante era il capo di Enel Francesco Starace, fratello di Giorgio, ambasciatore d’Italia a Mosca. Ma c’erano la Danieli, che ha appena firmato un altro contratto da 100 milioni con un’industria russa, la Tecnimont che ha altri contratti in ballo per l’industria petrolifera e perfino la Barilla.
Il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov, ha parlato di “pressioni di qualcuno su qualcun altro”, alludendo all’intervento in extremis di Palazzo Chigi. Salvo poi aggiungere che il governo russo non aveva ricevuto alcuna “conferma ufficiale” dall’Italia. Alla Farnesina spiegano che “mai come questa volta l’incontro è stato organizzato dalla Camera di commercio, in autonomia, e per loro è stato un successo: il nostro non è un sistema sovietico, non possiamo imporre ad aziende che hanno relazioni importanti di assentarsi in un caso del genere”. Quindi Enel, Unicredit, Banca Intesa, Generali, Danieli e altre sono andate avanti senza imbarazzo.
Ucraina, Berlino preme per la soluzione diplomatica: gas ed economia dietro alla prudenza di Scholz
dalla nostra corrispondente Tonia Mastrobuoni 26 Gennaio 2022
Trani è il presidente della Camera di commercio italo-russa a Mosca dove ha creato il carsharing Delimobil.ru, nel cui cda sarebbe dovuto entrare ancheMatteo Renzi.Soddisfatto del successo, Trani dice che “il dialogo economico-imprenditoriale tra Italia e Russia è fondamentale e deve continuare lasciando da parte la retorica politica”. Non è chiaro cosa accadrà se Putin dovesse andare avanti con i suoi programmi politico-militari sull’Ucraina. Per ora gli industriali italiani continuano a puntare su di lui, sperando che gli affari non saltino in aria ancora una volata per azioni militari e sanzioni economiche.