Un cenno all’escalation in Ucraina. E un nuovo segnale all’Europa per richiedere una gestione dei flussi migratori più equa e condivisa. A Firenze per l’inaugurazione del convegno della Cei ”Mediterraneo frontiera di pace”, Mario Draghi parla anche di attualità. Nel convento di Santa Maria Novella, alla presenza del presidente della Conferenza Episcopale italiana Gualtiero Bassetti, Draghi interviene sulla crisi internazionale scatenata dalla Russia: ”Gli eventi in Ucraina ci portano a ribadire che le prevaricazioni e i soprusi non devono essere tollerati. Avete scelto di mettere la vostra spiritualità, la vostra profondità di pensiero, al servizio dei più deboli – dice rivolgendosi ai presenti – Possa il vostro messaggio di pace diventare anche il nostro – e risuonare forte laddove si cerca lo scontro e si rischia la guerra”.
Crisi Ucraina. L’Italia: “Ferma condanna sul Donbass” E Draghi cerca ancora il dialogo
dal nostro inviato
Tommaso Ciriaco
Proprio in viaggio in Ucraina del premier a Mosca, a sentire il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, è per il momento congelato: ‘’Stamattina ci siamo coordinati con il Presidente Draghi – ha detto il ministro – circa i prossimi passi da compiere per favorire una soluzione diplomatica. Siamo impegnati al massimo nei canali multilaterali di dialogo. Riteniamo tuttavia che non possano esserci nuovi incontri bilaterali con i vertici russi finché non ci saranno segnali di allentamento della tensione, linea adottata nelle ultime ore anche dai nostri alleati e partner europei”. Domani si terrà invece un Consiglio europeo straordinario a Bruxelles dei leader, proprio per valutare le prossime mosse e nuove sanzioni alla luce del peggioramento della situazione.
Il premier si augura che ”un dialogo sul divino – che nasce dalla volontà di superare differenze, incomprensioni che affliggono gli uomini da secoli – porti un messaggio di fratellanza in un momento di forte tensione per l’Europa”. E sempre rivolgendosi ai vescovi aggiunge: ”Il dialogo tra le religioni di Abramo – ebraismo, cristianesimo, Islam – è necessario per il mantenimento della pace” e auspica che il Mediterraneo ”sia un laboratorio di pace, tolleranza, prosperità, al centro dell’Europa”.
Ma perché questo accada, bisogna puntare a favorire l’occupazione giovanile e a contrastare il cambiamento climatico che affligge questa area, attraverso investimenti per la transizione ecologica.
Ma Draghi si sofferma soprattutto sulle migrazioni. ”Un fenomeno che attualmente porta con sé enormi rischi per chi arriva in Europa dal Nord Africa o dai Balcani. E che al momento rappresenta un problema per i Paesi di origine, che perdono energie vitali, e per i Paesi di arrivo, che spesso faticano a integrare i nuovi arrivi, ad accoglierli con dignità”. Serve, a questo scopo, uno scatto dell’Unione europea. ”Più volte in passato ho ribadito l’importanza di una gestione condivisa, equilibrata e umana delle migrazioni. Condivisa perché, senza un’assunzione di responsabilità collettiva, l’azione europea non potrà mai essere giusta ed efficace. Equilibrata, perché non basta contrastare i flussi illegali, ma serve curare con attenzione l’accoglienza. E umana, perché non possiamo essere indifferenti rispetto alle sofferenze dei migranti”.
L’ultimo cenno è al dialogo interreligioso, ma sullo sfondo sempre guardando al conflitto ucraino che allarma le segreterie del mondo: ”La stabilità e la pace si organizzano nelle istituzioni, ma si costruiscono nel contrasto quotidiano alle diseguaglianze, all’odio e all’ignoranza”.