Cresce la resistenza ucraina, i russi schierano altre truppe

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Il fumo dei combattimenti e i comunicati della propaganda rendono difficile decifrare la situazione sul campo dopo trentasei ore di guerra. Anche perché in un’offensiva come quella scatenata dalle forze russe l’elemento chiave è la velocità: il disegno dei generali diventa chiaro soltanto quando l’operazione dei gruppi corazzati viene completata. Finora i dati dal terreno confermano le manovre principali lanciate dell’armata di Putin: circondare Kiev; accerchiare l’intera regione tra il fiume Dnper e il Donbass; avanzare dalla Crimea lungo il Mar Nero e il Mar d’Azov. Tutti fronti su cui l’avanzata continua a procedere, mentre altre colonne di carri armati penetrano nel Paese. Si stima che solo metà della forza di invasione sia entrata in azione.  

SENTIERI DI GUERRA | LO SPECIALE GUERRA IN UCRAINA

Cresce la resistenza

La resistenza ucraina sta crescendo di intensità. Non sembra una reazione organizzata dal vertice, perché i centri di “comando e controllo” della difesa di Kiev sono stati spazzati via dai missili cruise. C’è stata una sola risposta simbolica ai bombardamenti che vanno avanti da due giorni: il lancio di un missile tattico ucraino contro un aeroporto in Russia, nella zona di Rostov.

Quanto possono resistere gli ucraini contro i russi e come stanno combattendo

di
Vincenzo Nigro

25 Febbraio 2022

Quelle a pesare sul campo invece sono tante iniziative dei singoli reparti, con tattiche di guerriglia, che provocano danni significativi alle colonne russe: agguati improvvisi, usando le armi anti-tank fornite da americani e britannici. Non è ancora una lotta partigiana, perché a combattere sono unità militari e non civili. Ma potrebbe diventarlo presto: si moltiplicano gli appelli a usare le molotov e prendere le armi. Più passa il tempo, più queste imboscate possono rallentare la macchina bellica di Mosca che si sta dispiegando su un territorio troppo vasto per essere controllato. Kiev sostiene che mille soldati nemici siano già stati uccisi. Impossibile trovare conferme, ma il secondo giorno di guerra segna sicuramente un aumento di perdite russe.

L’assedio di Kiev

Le avanguardie partite dalla Bielorussia sono già entrate nella capitale e vengono segnalate sparatorie in almeno cinque quartieri periferici: la mappa dei combattimenti è quella di un vero assedio, con forze che procedono da tutti i lati. Veicoli ed elicotteri impegnati in questo attacco mostrano una grande “V” bianca tracciata con la vernice, mentre i fanti indossano fasce bianche sul braccio: un escamotage per distinguere “gli amici”, visto che gli ucraini hanno mezzi e divise simili.

Kiev, i soldati russi sono già in città. Si spara attorno ai palazzi del governo ucraino

dal nostro inviato
Paolo Brera

25 Febbraio 2022

L’infiltrazione di commandos nelle strade centrali ha creato allarme e diffidenza ovunque. Si ritiene che da giovedì sera siano all’opera le squadre speciali del Gru, l’intelligence militare di Mosca, per cercare di uccidere o catturare i vertici delle istituzioni: sono “i piccoli uomini verdi” che agiscono dietro le linee, protagonisti nel 2014 dell’occupazione della Crimea. Si muovono in abiti civili o con uniformi ucraine, seminando confusione tra i difensori: parecchi degli 007 sono nati lì e parlano la lingua senza inflessione russa. Molti abitanti armati di kalashnikov, parte dei diecimila fucili d’assalto distribuiti alla popolazione, stanno pattugliando i quartieri e la paura dei sabotatori rischia di provocare il caos. Una situazione – per avere un termine di paragone – simile a quella causata nel dicembre 1944 dai soldati tedeschi in divisa americana che paralizzarono le retrovie statunitensi nelle Ardenne. Riconoscere gli amici dai nemici sta diventando un incubo: un video mostra il cadavere di un incursore, sorpreso in divisa ucraina su un camion ucraino.    

Il comando di Kiev ha fatto saltare in aria tre ponti sul Dnepr per ostacolare i movimenti dei tank e indirizzarli verso le zone dove sono appostate le difese. Nei filmati girati con i telefonini si vedono soprattutto incursori russi che si inoltrano a piedi tra i condomini, forse per individuare i centri di resistenza e indirizzare l’azione dei blindati. Gli eserciti occidentali in queste ricognizioni usano piccoli droni, a Kiev invece non sono stati notati.

Uno degli epicentri della battaglia resta l’aeroporto di Hostomel, dove c’è la fabbrica dei cargo volanti Antonov. E’ a trenta chilometri dal centro. Lunedì i russi l’hanno occupato con uno sciame di elicotteri, che hanno fatto sbarcare le teste di cuoio. Poi c’è stato un contrattacco delle forze speciali ucraine che lo ha riconquistato nella notte: gli scontri sono stati molto duri e si parla di decine di morti. Nei dintorni si continua a sparare e anche questa mattina c’erano squadre russe che presidiavano i crocevia stradali: altri elicotteri sono stati filmati sulla pista di Hostomel ieri mattina. A Bucha, un sobborgo a nord della metropoli, hanno fatto irruzione i carri armati arrivati dalla Bielorussia attraversando la zona contaminata di Chernobyl. Vengono segnalati combattimenti pesanti. 

A preoccupare è soprattutto la caratteristica delle truppe russe che stanno convergendo verso la capitale. Sull’autostrada sono state fotografati i veicoli della Rosgvardia, la guardia nazionale creata da Putin e formata da pretoriani del Cremlino destinati a reprimere le rivolte e arrestare gli oppositori: in più immagini compaiono miliziani ceceni, i fedeli di Ramzam Kadyrov che hanno domato con ferocia la rivolta islamica.

La battaglia dei due mari

Dopo ventiquattr’ore di avanzata indisturbata dalla Crimea, anche sul fronte meridionale la battaglia si è fatta più accanita. I russi stanno consolidando le posizioni intorno alla città di Kherson, strategica per i rifornimenti idrici della penisola annessa nel 2014. Questa è l’unica zona in cui Mosca sta utilizzando in modo massiccio l’aviazione. Cacciabombardieri Sukhoi 24 Fencer e Sukhoi 35 si alternano in raid contro i capisaldi ucraini. I bombardamenti sembrano indicare la volontà di attraversare in massa la foce del Dnepr: ci sono combattimenti durissimi a Nova Kachovka, dove si trova un grande ponte fondamentale per la marcia dei tank. Il prossimo obiettivo potrebbe essere Odessa, la città sul Mar Nero bersagliata da numerosi raid missilistici. Contrariamente alle voci, finora non ci sono state azioni di “marines” sulla costa. Ma le navi con le truppe da sbarco sono segnalate di fronte al litorale, in attesa di ordini. La flotta di Mosca incrocia a largo, impedendo con i cannoni a qualsiasi mercantile di avvicinarsi ai porti: ieri un cargo romeno è stato colpito, fortunatamente senza vittime.

Ucraina, perché torniamo a parlare di seconda guerra fredda: tutte le risposte

di
Enrico Franceschini

25 Febbraio 2022

L’altra direttrice del corpo schierato più a sud punta a unire la Crimea con il Donbass. L’avanzata segue due strade: quella che costeggia il fiume Dnepr e quella lungo il litorale del Mare di Azov. Sulla prima ieri c’è stata una scena surreale: un carro armato russo ha issato la bandiera sovietica con la falce e martello, superando a tutta velocità le file di camion con i rifornimenti. Molto più drammatica la situazione sul Mare di Azov. Le avanguardie sono penetrate lunedì sera nelle due città chiave – Melitopol e Mariupol – ingaggiando violenti combattimenti. Ma i gruppi corazzati russi partiti dalla Crimea si sono congiunti con quelli arrivati da Rostov, la metropoli sull’estuario del Don. Cosa significa? Mosca ha già preso il controllo di tutta la regione rivendicata tra Crimea e Donbass, ora cercherà di eliminare i capisaldi ucraini. Anche in questo settore sono state filmate colonne della Rosgvardia, le truppe della repressione: il segno che i russi intendono occupare per sempre queste terre.

Donbass in fiamme

Nella pianura tra il Dnepr e il Donbass il fronte si è frammentato in decine di battaglie. Per tutta la notte cannoni e razzi hanno concentrato il fuoco sulle trincee ucraine, nel tentativo di piegare il morale dei soldati. In quell’area sono schierate le truppe migliori di Kiev, che reagiscono al dilagare dei russi con improvvisi contrattacchi. Evitano il confronto in campo aperto con i tank e si concentrano sui convogli che seguono le avanguardie, spesso affidati non a soldati di mestiere ma ai ragazzi di leva reclutati da Putin: una colonna dell’artiglieria è stata distrutta, lasciando sulla strada veicoli carbonizzati e obici abbandonati. Anche qui c’è confusione tra amici e nemici: sembra che tutti i mezzi con la grande Z bianca siano destinati a marciare sul Donbass, avanzando da tutti i lati per chiudere gli ucraini in una grande sacca.

Le armi dell’invasione

di
Gianluca Di Feo

25 Febbraio 2022

Diverse foto documentano l’impiego da parte russa di cluster bomb: missili che sganciano dozzine di mine, con l’obiettivo di impedire i movimenti del nemico. Sono armi micidiali, perché continuano a uccidere per decenni, facendo strage tra la popolazione: le convenzioni internazionali le hanno vietate. Ma a Putin questo non importa: la sua offensiva continua ad andare avanti, senza curarsi delle vittime civili.
 
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