Roman Abramovich lascia il Chelsea e affida la gestione del club agli amministratori della Fondazione benefica. La decisione del magnate russo è stata comunicata attraverso una nota: “Durante i miei quasi 20 anni di proprietà del Chelsea, ho sempre considerato il mio ruolo da custode del club, il cui compito è garantire il massimo successo oltre a costruire il futuro e, allo stesso tempo, svolgere un ruolo positivo nelle nostre comunità. Ho sempre preso le decisioni tenendo a cuore l’interesse del club. Rimango fedele a questi valori. Ecco perché oggi sto affidando agli amministratori della Fondazione benefica del Chelsea la gestione e la cura del club. Credo che attualmente siano nella posizione migliore per prendersi cura degli interessi del club, dei giocatori, dello staff e dei tifosi”.
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Lo spettro delle sanzioni
Abramovich ha deciso di staccarsi dalla società per via dell’invasione russa dell’Ucraina. Un modo per tutelare il club in caso di eventuali sanzioni che potrebbero colpirlo, come il congelamento dei conti correnti o l’espropriazione dei beni. Operazioni che avrebbero di riflesso colpito anche il Chelsea. Abramovich non è un cittadino britannico: è in possesso di doppio passaporto, russo e israeliano.
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di
Franco Vanni
Regno Unito ostile con Abramovich
Già da qualche tempo il magnate, amico di Putin, era di fatto bandito dalla Gran Bretagna. Dopo lo scoppio della guerra la situazione si è ulteriormente complicata e sono sorte polemiche anche in relazione alla sua posizione di proprietario del Chelsea. Per Abramovich è praticamente impossibile risiedere a Londra e la sua posizione è gestita dall'”Unità per i casi speciali” del ministero dell’Interno britannico, che fa parte del direttorio per la sicurezza e l’anti-terrorismo.