L’armata russa ha aperto un nuovo fronte dell’invasione dell’Ucraina, portando l’attacco anche nella parte occidentale del Paese: quella più vicina ai confini polacchi dove sono schierate le truppe americane.
Mancano ancora conferme ufficiali, ma da venerdì pomeriggio vengono segnalati forti movimenti dell’esercito di Mosca in questo settore, finora colpito soltanto dai raid missilistici sugli aeroporti. Uno dei grandi raggruppamenti di tank schierati in Bielorussia ha varcato il confine e cominciato ad avanzare verso sud ovest. La direzione di questa offensiva è estremamente preoccupante: sembra puntare su Lviv, l’antica Leopoli, la seconda città del Paese dopo Kiev.
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La marcia dei tank verrebbe accompagnata da azioni di elicotteri e paracadutisti, che prendono alle spalle le postazioni difensive ucraine. Sabato mattina un elicottero da battaglia russo è stato filmato nei dintorni di Brody: siamo a metà strada tra il confine bielorusso e Lviv.
Le motivazioni di questa ulteriore escalation possono essere due. O il Cremlino vuole chiudere la linea dei rifornimenti che l’Occidente fa arrivare alla resistenza ucraina, sbarrando le strade che dalla Polonia vanno verso la capitale e verso la linea dei combattimenti. Una mossa tattica, destinata a ostacolare la nascita di una lotta partigiana dotata di armi moderne che potrebbe decimare le truppe russe. E allo stesso tempo piegare la volontà dei soldati ucraini, che verrebbero privati dei rinforzi.
Oppure Putin ha veramente deciso di occupare tutta l’Ucraina, lanciando progressivamente la sua armata alla conquista dell’intero territorio nazionale. Le truppe entrate dalla Bielorussia da ieri stanno dilagando non solo a Ovest ma anche nella parte centrale. Una prospettiva terribile, perché in tal caso anche l’assedio di Kiev potrebbe diventare un eccidio: ai russi non basterebbe un patto con Zelensky ma la resa incondizionata del governo, da ottenere con qualsiasi mezzo.
Qualunque siano i calcoli del Cremlino, l’apertura del Fronte Ovest moltiplica i rischi di tensione con le forze Nato: sul confine polacco oggi sono schierati quasi cinquemila soldati americani, mentre Varsavia ha mandato le sue migliori unità di combattimento nell’area.