PARIGI – La guerra in Ucraina ha un “solo responsabile”: Vladimir Putin. In un messaggio tv ai francesi, Emmanuel Macron indica il presidente russo come unico colpevole della “brutale aggressione” in corso a Kiev, Kharkiv, Kherson e nella altre città ucraine sotto assedio in un’escalation sempre più cruenta.
Al settimo giorno dall’inizio del conflitto, Macron vuole rassicurare i francesi (“Vi proteggerò” promette nei quindici minuti di discorso) ma anche prepararli a confrontarsi con immagini sempre più dure perché la guerra alle porte dell’Europa è tornata. Non è più un conflitto passato o geograficamente lontano. “Non è più nei libri di Storia”, nota il leader. “Abbiamo cambiato epoca”, prosegue, spiegando che ci saranno conseguenze sociali ed economiche sulla vita di tutti.
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L’impatto è anche emotivo, con uno choc davanti a un “cambio d’epoca” – così lo chiama Macron – che sta accadendo in diretta. È un conflitto che entra nelle case dei francesi e degli europei attraverso video e filmati di bombardamenti e massacri di civili, con le disperate richieste di aiuto del presidente Zelensky e degli ucraini nascosti nei sotterranei della capitale. È una guerra che potrebbe diventare sporca: all’Eliseo si fanno scenari cupi sulle prossime mosse di un esercito russo che non rispetta nessuna convenzione internazionale e colpisce indistintamente ospedali e bambini. “I giorni che arrivano saranno sempre più duri”, avverte Macron con tono solenne.
Con l’aggravarsi del conflitto, la pressione delle opinioni pubbliche sui leader occidentali sarà sempre più forte. La neutralità di fronte al conflitto, decisa da Nato e Ue per non rischiare una guerra totale, sarà messa a dura prova. Macron lo sa, e si scaglia contro la disinformazione. La propaganda di Putin è veicolata sui social e dai media del Cremlino, anche se da qualche ora i canali Rt e Sputnik non possono più diffondere nell’Ue. “Non ci sono truppe né basi Nato in Ucraina. Sono tutte menzogne”, sottolinea Macron riprendendo le accuse del presidente russo. “La Russia non è aggredita, è l’aggressore”, aggiunge.
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Il leader cita poi la pretesa “denazificazione” con cui Putin ha giustificato l’intervento. “È un’altra menzogna – commenta – un insulto alla storia della Russia e dell’Ucraina, alla memoria dei nostri antenati, che hanno combattuto fianco a fianco contro il nazismo”. Macron torna a chiedere un cessate-il-fuoco e l’apertura di corridoi umanitari, mentre continua il lavoro per isolare “l’aggressore”, con le sanzioni economiche contro il regime di Mosca, ora allargate alla Bielorussia che potrebbe presto ospitare, secondo l’intelligence occidentale, armi con testate nucleari sul suo territorio. Il leader francese fa capire che sarà lunga. La guerra continuerà. E a un certo punto bisognerà trattare la pace, e intanto evitare qualsiasi sconfinamento del conflitto. Per questo il capo di Stato vuole mantenere un filo aperto con Putin. “Per quanto possibile e necessario”, spiega Macron che ha parlato con il capo del Cremlino martedì scorso, trovandosi davanti a un muro. “Un uomo rinchiuso in una logica di scontro”, come hanno raccontato gli sherpa dell’Eliseo.
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Il mandato di Macron scade tra poco più di un mese. Non ha ancora annunciato la sua ricandidatura, anche se ci sono pochi dubbi. Dovrà fare campagna elettorale continuando a vestire i panni del comandante in capo.