MILANO – L’Ucraina interromperà il transito del gas russo diretto verso l’Europa dal punto di accesso Sokhranivka a partire dalle 7 del mattino ora locale. Lo riporta Bloomberg citando una dichiarazione riportata sul sito del gestore del sistema di trasporto del gas in Ucraina (Grid) in cui si spiega che la decisione è stata presa “a causa delle azioni delle forze di occupazione russe”.Non si tratta però di uno stop ai rifornimenti di gas attraverso il gasdotto che passa per l’Ucraina. “È ancora possibile per il gas essere reindirizzato alla stazione di compressione di Sudzha permettendo ai contratti europei di essere rispettati”, ha precisato infatti il gestore.
Una possibilità che secondo il colosso del gas russo Gazprom sarebbe impraticabile: “Non è tecnologicamente possibile il trasferimento del gas verso un altro punto di accesso come indicato dal gestore ucraino”, ha spiegato la società, rimarcando come da parte propria il colosso del gas stia “mentenendo tutti i propri impegni”.
L’annuncio ha spinto leggermente al rialzo il prezzo del gas che oggi aveva rivisto i minimi dal 25 febbraio, all’indomani dell’invasione russa in Ucraina. Sulla piazza di Amsterdam le quotazioni hanno concluso a 98,80 euro al Mwh, con un rialzo del 5,35%, dopo aver toccato un minimo di giornata a 92 euro. A Londra il prezzo sale a 142,55 penny al Mmbtu (+10,75%).
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dal nostro corrispondente
Claudio Tito
Intanto mentre l’Europa è ancora in cerca di una quadra sullo stop all’import di petrolio russo, Paolo Scaroni, ex presidente di Enel ed Eni, fissa un possibile orizzonte temporale per la fine della dipendenza dal gas di Mosca. “In tre anni se ce la mettiamo tutta e facciamo tutti gli sforzi e gli investimenti necessari ce la possiamo fare”, a raggiungere l’indipendenza energetica dal gas russo. “Prima di tre anni, qualunque taglio al gas russo implica un cambiamento nel nostro stile di vita, delle restrizioni, dei razionamenti. Lo dice lo stesso Draghi”, ha detto interpellato a margine del Salone del Risparmio, sulla questione energetica. Accanto a un tema di quantità c’è poi il tema prezzi: “sostituire del gas che ci arriva via tubo con del gas liquido implica intrinsecamente dei prezzi più alti”, haa spiegato Scaroni, sottolineando che “il tema è preoccupante perché ci troveremo in Europa e in Italia con prezzi dell’energia più alta di quelli che sono i prezzi degli Usa. E le aziende italiane energivore rischiano di avere perdita di competitività”. “Parlando con Biden mi auguro che Draghi parli sia di quantità che di prezzi”, aggiunge Scaroni, riferendosi alla visita di oggi del presidente del Consiglio alla Casa Bianca.