Alpini, oltre 11mila firme per chiedere la sospensione dei raduni. La ministra Bonetti sulle molestie: “Inaccettabile per le istituzioni”

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 “Vogliamo la sospensione delle adunate annuali degli alpini per 2 anni”. Dopo la denuncia sulle molestie durante l’Adunata degli Alpini a Rimini, ha raccolto 11mila firme in 12 ore la petizione online lanciata su Change.org da Micol Schiavon per chiedere la “sospensione di tutte le adunate, a causa delle molestie verificatesi nelle città ospitanti”.

Come ricorda l’autrice della petizione, “non è la prima volta che questo accade: ogni anno emergono episodi di questo genere eppure continuiamo ad accettare che questo evento abbia luogo, rendendo ancora più insicure le strade delle città italiane per le donne e per le minoranze”. Schiavon conclude con la richiesta di “sospendere per due anni le adunate degli Alpini in modo tale da dare un chiaro segnale che in quanto cittadini non siamo più disposti ad accettare un comportamento simile, svilente per le donne e per tutte le minoranze. Vogliamo che tutti si sentano liberi di occupare le città senza sentirsi minacciati e in pericolo. E’ necessario che il Consiglio degli Alpini prenda dei seri provvedimenti, soprattutto in materia di rieducazione riguardo ai diritti umani: le scuse non sono più sufficienti.”

Dopo le parole di condanna del ministro della Difesa Lorenzo Guerini (“comportamenti gravissimi da non sottovalutare”) intanto sul caso delle molestie interviene la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti. Non usa parole meno dure: “Quanto è accaduto, quanto viene riportato dalla cronaca è gravissimo, inaccettabile per le istituzioni e in particolare per uomini che sono e devono essere al servizio dello Stato. L’Italia si fonda sulla piena parità di genere e quindi deve ripudiare con forza quella sub-cultura di prevaricazione del maschile nei confronti del femminile. Quell’utilizzo del femminile come un oggetto che non è davvero compatibile con i principi costituzionali”.

Elena Bonetti parla a Rai News24: “La mancanza di rispetto, la violenza usata, se accertato quello che è emerso, è un atto su cui non solo ci deve essere la denuncia, ma deve diventare ulteriormente un impegno per accertare le responsabilità e punirle come previsto dalla nostra legge e far sì che quella subcultura di prevaricazione, che è il terreno più fertile della violenza e delll’abuso, sia definitivamente rimosso dal nostro Paese”.

Adunata alpini a Rimini: “Battute, sguardi e le mani addosso. Giorni d’inferno al banco del bar”

di
Ilaria Venturi

09 Maggio 2022

La prima denuncia è stata già formalizzata da una ragazza di 26 anni si è presentata alla caserma dei carabinieri di Rimini, accompagnata da un’amica e da un legale, e ha messo nero su bianco il racconto delle ripetute molestie subìte da un gruppo di partecipanti al raduno nazionale degli alpini. Un racconto minuzioso, con data e luogo delle pesanti avances e descrizione dei protagonistialmomento ignoti ma che potrebbero essere identificati grazie ai filmati delletelecameredi sorveglianza della città.

Molestie adunata Alpini, Elly Schlein: “Per intervenire non servono le denunce”

10 Maggio 2022

Non Una di Meno, il gruppo che ha raccolto e diffuso le segnalazioni in Instagram, si sta confrontando coi legali. “Vogliamo capire il miglior modo di procedere – spiega l’attivista Marta Lovato – non rincorriamo il giustizialismo, pensiamo che si debba però fare un’analisi sulla cultura patriarcale e machista che evidentemente è propria di questo corpo militare”. La volontà di denunciare c’è, alcune donne sono pronte a farlo. Non è facile, però. Silvia (nome di fantasia) ha 15 anni, si è confidata con la madre: “Tre alpini mi si sono messi davanti sotto il ponte della ciclabile, mi hanno chiesto se ero minorenne e uno di loro mi ha preso il braccio e ha cominciato a trascinarmi verso una tenda, mi sono divincolata e sono scappata via, sono ancora turbata, vorrei denunciare ma ho paura di non essere capita”.

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