M5S, da Conte nuova sfida a Draghi: “Scenario di guerra nuovo, il governo non ha mandato politico. Altre armi all’Ucraina? Abbiamo già dato”

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Occorre “dare atto al M5s” che sul conflitto in Ucraina e sulle armi “non stiamo fissando bandierine ma stiamo facendo un discorso chiaro e trasparente: stiamo vivendo uno scenario di emergenza assolutamente imprevisto. Il governo era nato per affrontare l’emergenza pandemica e il Pnrr, ma di fronte ad uno scenario imprevisto non possiamo pensare che il governo vada avanti da sé, decidendo di volta in volta cosa fare e come posizionarsi perché non ha un mandato politico”. Giuseppe Conte non arretra di un passo e sfida nuovamente il premier Mario Draghi ribadendo lo stop all’invio delle armi all’Ucraina. Lo fa dagli schermi di PiazzaPulita su La7: “Credo che dopo un terzo decreto di invio di armi a Kiev avremo già dato come Italia un contributo” sufficiente avendo “fatto la nostra parte”. Insomma, al ritorno di Draghi dal da Washington dove ha incontrato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il leader del Movimento 5 Stelle insiste: “Ora dobbiamo caratterizzarci per essere in prima linea su un altro fronte, quello di spingere  fortemente per un negoziato ed una soluzione politica. Lo ripeto, credo che ci sia una concentrazione di armamenti in Ucraina sufficiente”.

Armi all’Ucraina, Conte insiste: “Draghi in Parlamento. La Lega si unisca a noi”

di
Lorenzo De Cicco

11 Maggio 2022

Ricordando che con Biden il premier Draghi ha parlato della necessità di arrivare a un negoziato per la fine della guerra in Ucraina (alle condizioni però di Kiev, non di Putin), Conte ha sottolineato: “Le affermazioni che sono in sintonia con quello che il Movimento ha sostenuto nelle scorse settimane. Ma non è questione di fare qualche dichiarazione in un punto stampa: io ho posto una questione più complessiva, non per mettere in difficoltà l presidente del Consiglio”. Insomma, il leader dei 5S spiega di voler solo “chiarire, in una maggioranza cosìdilatata, che la sintesi politica si può fare solo in Parlamento, perchè l’Italia abbia e dia al governo un mandato molto forte per orientare i consessi internazionali verso la soluzione che ci sta più a cuore”.

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