La Russia in difficoltà avvia un arruolamento nascosto. Il generale russo Girkin: “La missione è un fallimento”

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LONDRA – Si può chiamare mobilitazione “silenziosa”. Vladimir Putin non ha ordinato la chiamata alle armi di massa che alcuni si aspettavano dal discorso del 9 maggio sulla Piazza Rossa, un po’ perché non sarebbe una mossa popolare, un po’ perché rivelerebbe le estreme difficoltà in cui versano i più di 100 mila uomini già impiegati nell’invasione dell’Ucraina. Ma in alternativa alla mobilitazione generale, il presidente russo sembra avere messo in moto un reclutamento mascherato e forzoso, usando qualunque mezzo per aumentare il numero di truppe a disposizione per la guerra che i suoi media si ostinano a definire “operazione militare”.

Dalla Russia arrivano immagini, indiscrezioni e notizie di questa campagna di arruolamento nascosto. Vengono convocati i riservisti, con la promessa di una paga migliore e di impiego soltanto in tranquille posizioni di retroguardia: entrambe bugie, apparentemente. Si improvvisano reparti misti, in cui nuove leve sostituiscono le gravi perdite subite da battaglioni di forze speciali. Circolano appelli a veterani di 35-40 anni affinché tornino a indossare l’uniforme. Poi sono richiamati in servizio altre squadre di combattenti ceceni. E infine ci sono i presunti volontari siriani, presunti perché se ne parla da due mesi ma finora non se ne sono visti tanti in battaglia.

Ucraina, la foto del giorno: guerrieri senz’anima

di
Paolo Di Paolo

16 Maggio 2022

Pur tenuto nell’ombra, questo reclutamento silenzioso è sufficiente a suscitare proteste. Ne sono la prova le immagini postate su Twitter di centri reclutamento dati alle fiamme da ignoti: quello di Pronsk, nella regione di Ryazan, è stato attaccato l’altro giorno con bottiglie Molotov, scrive sul social media Rob Lee, esperto di affari militari americano. Sarebbe il decimo commissariato incendiato dall’inizio del conflitto in Russia e il quarto nell’ultima settimana. Altre immagini, sempre sul social dei cinguettii, mostrano madri e mogli che protestano a Lugansk, la repubblica separatista ucraina del Donbass riconosciuta dalla Russia dove è in corso l’offensiva principale di Mosca e la finora efficace contro offensiva ucraina: “Ridateci i nostri uomini, rimandateli a casa”, dicono al governatore locale. E qualcuno ha intercettato su Telegram, la chat più usata dai russi, la franca lamentela del generale Igor Girkin, uno dei comandanti russi proprio nel Donbass russofono: “Il nostro attacco sul fronte del Donbass è un fallimento, stiamo andando malissimo”.

Ucraina, Zelensky mette al bando i partiti filorussi

dal nostro inviato
Fabio Tonacci

16 Maggio 2022

La verità scappata di bocca all’alto ufficiale è confermata dal Pentagono e dall’intelligence britannica, secondo i quali le forze russe hanno ottenuto solo minimi progressi nel Donbass, nonostante l’intenso fuoco di artiglieria. Un problema è che non ci sarebbe abbastanza fanteria, per dirla con un termine d’altri tempi, per avanzare dopo che i cannoni hanno fatto terra bruciata: un’altra conversazione intercettata su Telegram rivela che per i capi del Wagner, il gruppo di mercenari russi gettato anch’esso da Putin nella guerra, servirebbero almeno 800 mila uomini per produrre risultati sul campo, sette o otto volte di più di quelli su cui può contare la Russia.

Tangenti su radio, droni, jet: la corruzione disarma i russi

di
Gianluca Di Feo

16 Maggio 2022

Paradossalmente, potrebbe avere presto più soldati l’Ucraina: il presidente Zelensky si è impegnato a mobilitare un milione di uomini. Insomma, la Russia ha più bocche da fuoco, ma non abbastanza uomini, l’Ucraina ha più uomini ma non abbastanza bocche da fuoco, anche se gli aiuti militari occidentali stanno progressivamente incrementando la sua capacità in questo senso. Ne risulta uno stallo, in cui l’Ucraina non perde, la Russia non vince: forse la condizione ideale per riaprire il negoziato da posizioni favorevoli a Kiev. Ma proprio per questo Putin ancora non ci sta. Malato o meno, il leader russo ora prova la carta del reclutamento invisibile e non è detto che produca la svolta da lui sperata: la conquista di tutto il Donbass, sbandierata come il vero obiettivo dell’invasione, è sempre più ardua.     

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