Il Consiglio nazionale dei 5 Stelle, dopo due giorni di lavori, conferma la linea tenuta fin qua dal presidente Giuseppe Conte: pieno sostegno all’Ucraina ma no all’invio di nuove armi, adesso è l’ora della diplomazia. Serve, recita la nota finale, “un atto di indirizzo del Parlamento che possa contribuire a rafforzare l’azione politica del governo in tutti i consessi internazionali e a perseguire un indirizzo ampiamente condiviso dal governo e dal Parlamento”.
Dl Ucraina bis, alla Camera il governo pone la fiducia
Non c’è alcun riferimento ad una mozione o ad una risoluzione però, questo perché occorre ancora capire tecnicamente come e quando (e se) portarla in aula. Dopodomani arriva Mario Draghi per una informativa in aula, prima al Senato e poi alla Camera, ma non sono previste repliche. La settimana prossima invece c’è un Consiglio europeo straordinario e per questo motivo, appunto essendo ‘straordinario’, Draghi non è obbligato a riferire alle due Camere. In generale comunque Movimento comunque ritiene “non sufficiente” il vaglio parlamentare sul decreto Ucraina “che risale ai giorni immediatamente successivi all’aggressione militare russa, e che non tiene conto dei mutamenti nel frattempo intercorsi e delle strategie che si stanno delineando anche a livello internazionale”.
Conte quindi ribadisce che “l’Italia non deve più fornire armamenti, ci sono state già tre forniture, e adesso occorre che l’Italia spinga, in prima linea non da sola ma con gli altri paesi europei, per una soluzione negoziale a questa guerra. Se non diamo una sterzata, non imprimiamo noi una svolta rischiamo di avere un conflitto che non so quanto durerà. Noi questo non possiamo permettercelo”.