LONDRA – Vladimir Putin è coinvolto nella guerra in Ucraina al punto da dirigere le operazioni sul terreno e gli spostamenti di truppe “come se fosse un colonnello o un comandante di brigata”. Lo rivelano fonti occidentali al Guardian, precisando che il presidente russo si è praticamente messo a capo dell’offensiva lanciata per conquistare tutto il Donbass, pur lavorando insieme al capo di stato maggiore Valerij Gerasimov, che nelle scorse settimane sembrava essere stato messo da parte come responsabile della fallimentare fase iniziale dell’invasione.
“Pensiamo che Putin sia impegnato in decisioni tattiche che normalmente ci si aspetterebbe venissero prese da un colonnello o un comandante di brigata”, dice una fonte militare, probabilmente britannica, al quotidiano londinese. La rivelazione, osserva il Guardian, appare basata su informazioni raccolte dall’intelligence. “Un capo di governo dovrebbe avere cose migliori da fare piuttosto che prendere decisioni militari di questo genere”, commenta Ben Barry, un ex-general brigadiere dell’esercito britannico. “Un capo di governo dovrebbe stabilire la strategia politica invece che farsi coinvolgere in attività militari del giorno per giorno”.
L’indiscrezione conferma le impressioni fornite dallo stesso capo del Cremlino, che per esempio si è fatto riprendere in diretta tivù mentre diceva al ministro della Difesa Shoigu cosa fare con i soldati ucraini del battaglione Azov assediati nei sotterranei dell’acciaieria di Mariupol: “Ordino di non attaccarli. Fate un cerchio intorno a loro e che da lì non esca più una mosca”. Una scena sorprendente, perché appunto, come rileva il generale Barry, non ci si aspetta che un presidente decida la tattica sul campo di una battaglia.
Il coinvolgimento diretto di Putin in operazioni militari può voler dire varie cose: che il presidente non si fida dei suoi ministri, capi di stato maggiore e generali; e che sente la pressione della guerra come una questione esistenziale, non solo per la Russia ma per il suo futuro, per cui vuole occuparsi personalmente delle operazioni. Ovviamente gli esperti lo giudicano un atteggiamento stravagante, per non dire ridicolo da parte di un leader politico, che non può avere l’esperienza militare necessaria a prendere decisioni di questo genere. Da questo punto di vista sarebbe l’ennesima prova che Putin ha perso la testa o almeno è in uno stato mentale alterato, come avvertirono fin dall’inizio del conflitto fonti dell’intelligence americana.
Di certo c’è che avere il presidente come comandante non sembra giovare alle sue forze, reduci da uno scontro con gli ucraini nel Donbass in cui, tentando di attraversare un fiume, almeno 40 carri armati russi e 400 uomini sono stati distrutti dai colpi mirati dei lanciarazzi e dei droni di Kiev. Forse non è un caso che la rivelazione del Guardian coincida con critiche senza precedenti espresse alla tivù di Mosca da un noto esperto militare russo, l’ex-colonnello Mikhail Khodaryonk: “Talvolta si ritiene che forze armate professionali siano più efficienti, ma gli ucraini stanno dimostrando che la professionalità è anche la difesa della patria. Per questo la guerra sta andando male per noi e peggiorerà quando all’Ucraina arriveranno armi più sofisticate”. È verosimile che dopo tre mesi di guerra in cui le truppe russe son state costrette a ritirarsi da Kiev e ora anche da Kharkiv, fino alla frontiera con il proprio Paese, e hanno registrato finora solo minimi progressi nel Donbass, gli alti comandi siano giunti a una conclusione simile e guardino con imbarazzo o preoccupazione gli interventi di Putin sulle tattiche da condurre in battaglia. A dispetto di chi gli accredita doti di grande intelligenza, con il suo comportamento in guerra il presidente russo sta forse dimostrando di essere quello che è: un ex-tenente colonnello del Kgb. Neanche in grado di dare ordini al livello di un colonnello.