“Gli incidenti accadono, sai è inciampato o qualcosa del genere, si è sparato da solo…”. Mettono i brividi le parole dal sen fuggite del militare intervistato dalla tv di Stato russa sulle sorti dei prigionieri dell’acciaieria Azovstal. In collegamento da una vettura, questi prima rassicura i giornalisti in studio – “Certamente non vediamo l’ora di vedere quei tipi e nessun dito si muoverà” -, poi si tradisce.
A poco vale la chiosa di rito della conduttrice: “Il ministero della Difesa garantisce la vita a tutti coloro che si arrendono alla prigionia”. La frase, che avrà fatto impallidire mogli e figli dei guerriglieri nella mani di Putin, non sfugge agli attenti social ucraini che la rilanciano sui loro canali.
Prima l’esperto militare che demolisce l’operazione speciale di Putin, ora l’ammissione che qualche incidente potrebbe accadere ai reduci dell’Azovstal. La tv di Stato russa, oltre che strumento di propaganda, inizia a essere una sorta di ‘Bocca della (indicibile) Verità’ sulla guerra in Ucraina. Una cartina di tornasole su cui inevitabilmente finiscono le contraddizioni del conflitto e della propaganda. E non sono pochi gli episodi in cui la versione ufficiale viene elusa e la realtà emerge.
Solo nei giorni scorsi aveva colpito per candore e onestà intellettuale l’ammissione dell’ex colonnello Mikhail Khodaryonk che “la guerra sta andando male per noi (russi, ndr) e peggiorerà quando all’Ucraina arriveranno armi più sofisticate”. Ed è sempre sul primo canale che si sono verificati gli episodi che hanno incrinato le certezze degli spettatori sul presunto successo dell’”operazione militare speciale”.
Difficile che anche i più accaniti putiniani siano rimasti ottimisti quando nel talk dell’ormai celebre Solovyov si è parlato senza troppi giri di parole di escalation nucleare. “Finirà con un attacco? Probabile”. “Almeno andremo in paradiso”, il notevole scambio di battute.
Altrettanto difficile da dimenticare la maldestra interruzione del discorso patriottico di Putin allo stadio Luzhniki di Mosca, ma soprattutto le immagini della visita del viceministro della Difesa Aleksandr Fomin ai soldati ricoverati all’ospedale militare Vishnevskij. I giovani mutilati erano la prima prova che le cose non stavano andando esattamente come venivano raccontate.