Subito un bilancio. “La guerra in Ucraina è giunta al suo 85esimo giorno, la speranza dell’esercito russo di conquistare vaste aree in tempi brevi si è scontrata con la convinta resistenza del popolo ucraino. La federazione si è ritirata da ampie zone del paese. L’avanzata russa procede molto più lentamente del previsto”, dice il premier Mario Draghi in Senato durante l’informativa sugli sviluppi del conflitto russo-ucraino. Poi ricorda l’impegno dell’Italia che “continuerà a fare pressione sulla Russia” anche attraverso le sanzioni decise in sede europea, “perchè dobbiamo portare Mosca al tavolo dei negoziati”. E ancora. “L’Italia ha offerto sostegno per indagare sui crimini di guerra” e “sostiene il governo ucraino nei suoi sforzi per respingere l’invasione russa” in accordo con Ue e alleati. Ma, ci tiene a ripetere ancora una volta, “sarà Ucraina e non altri a decidere quale pace accettare, una pace senza Ucraina non sarebbe accettabile”. Draghi ricorda la sua missione a Washington la settimana scorsa: “Dobbiamo raggiungere il prima possibile il cessate il fuoco e far ripartire i negoziati, ho condiviso questo con il presidente Biden. Ho riscontrato – dice sempre con riferimento al suo viaggio negli Usa – apprezzamento per solidità della posizione italiana, che ci permette di essere in prima linea, senza ambiguità, con la ricerca per la pace”.
Il premier puntuale alle 9 inizia il suo discorso in Senato, che poi ripeterà alla Camera tra qualche ora. Elenca i numeri della guerra, dai bimbi ucraini arrivati in Italia e ora nelle scuole ai profughi scappati dalle bombe. Parla della crisi umanitaria: “Per impedire che continui ad aggravarsi dobbiamo raggiungere il prima possibile un cessate il fuoco e far ripartire con forza i negoziati”, osserva in Aula. E del rischio di una crisi alimentare: “Ho chiesto al presidente Biden un
sostegno per un’iniziativa che sblocchi immediatamente i milioni di tonnellate di grano bloccati nei porti dell’Ucraina. Occorre che le navi siano lasciati passare – aggiunge – e, se i porti sono stati sminati, vengano sminati”.
I numeri della guerra
“Il costo dell’invasione russa in termini di vite umane è terribile. Sono stati ritrovati 9000 corpi” nei dintorni di Mariupol, dice il capo dello governo. “Sono
state trovare nuove fosse comuni, fosse comuni nei dintorni di Mariupol e Kiev dopo quella scoperte in altri luoghi lasciati dai russi” come Bucha. E ancora. “Il numero di sfollati interni ha raggiunto quota 7,7 milioni. E sono quasi 14 milioni i residenti in Ucraina che hanno dovuto lasciare le proprie case, quasi un cittadino su tre. In Italia ne sono arrivati 120mila di cui 4 mila sono minori non accompagnati: siamo un paese ospitale, lo stiamo dimostrando, vogliamo continuare a farlo”, continua il premier. Che ringrazia gli italiani: “Siamo un paese ospitale, lo stiamo dimostrando, intendiamo continuare a farlo” e anche il ministro dell’Istruzione Bianchi e il personale della scuola e i bambini “per questa meravigliosa manifestazione di amore collettivo. Ringrazio tutti gli italiani del terzo settore impegnati nell’accoglienza” dei profughi ucraini.
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di
Tommaso Ciriaco
Rischio crisi alimentare
Il rischio della guerra è anche una “crisi alimentare”, commenta il presidente del Consiglio durante l’informativa al Senato. “L’indice dei prezzi dei prodotti alimentari è salito e ha toccato a marzo massimi storici”. Si rischiano “effetti disastrosi in particolare per alcuni paesi di Africa e Medio Oriente dove aumenta rischio crisi alimentari”. E rimarca la posizione dell’Italia, dell’Ue che ha condiviso con Biden: pr impedire che la crisi umanitaria si aggravi “dobbiamo raggiungere prima possibile un cessate il fuoco e far ripartire i negoziati”.
Dialogo con la Russia
Negli “incontri” avuti negli Usa “ho riscontrato un apprezzamento universale per la solidità della posizione italiana, fermamente ancorata in campo transatrantico e in Ue. Questa posizone ci permette di essere in prima linea senza ambiguità nella ricerca della pace”, osserva Draghi. I contatti tra “il capo del Pentagono e il ministro della Difesa rappresenta un segnale incoraggiante dall’inizio della guerra”. “Ieri la Russia ha comunicato l’espulsione di alcuni diplomatici italiani e di altri paesi. È essenziale mantenere canali di dialogo con la Federazione Russa, è soltanto in questo modo che si potrà lavorare per una soluzione negoziale. Dovrà però essere l’Ucraina e nessuno altro decidere che pace accettare, altrimenti non sarebbe una pace sostenibile”.
Per la pace una conferenza come quella di Helsinki del 1985
Per la pace in Ucraina il premier indica il modello della “conferenza di Helsinki del 1985: una volta ottenuto il cessate il fuoco occorrerà costruire un quadro internazionale rispettoso e condiviso”. E cita il presidente della Repubblica: “Serve la razionalizzazione della spesa militare in Ue la cui distribuzione è inefficiente: serve una coordinamento degli investimenti in sicurezza. Come detto da Mattarella, nel lungo termine servirà uno sforzo creativo su un modello di conferenza di Helsinki. Occorrerà costruire un quadro internazionale condiviso, per usare le sue parole”, precisa Draghi al Senato.