Zelensky studia il piano di pace italiano: “Apprezziamo il sostegno di Roma”

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ODESSA – Il piano di pace del governo italiano è sul tavolo di Zelensky. Il presidente lo sta valutando insieme ai suoi più fidati collaboratori, al pari di altre possibili strade che portino alla ripresa dei negoziati e al cessate il fuoco. Lo confermano al nostro giornale fonti ufficiali del ministero degli Esteri ucraino, che ringraziano l’Italia per l’impegno verso la tregua ma lasciano intendere che uno dei quattro punti proposti è per loro assai scivoloso. Sul tema è intervenuto anche l’Alto rappresentante per gli affari esteri dell’Ue Josep Borrell: “Abbiamo preso nota del piano di pace dell’Italia, ma dal punto di vista europeo questo deve passare dall’immediata cessazione dell’aggressione e dal ritiro senza condizioni dell’esercito russo”.

Due giorni fa tutti i principali siti di informazione dell’Ucraina riportavano la notizia del documento consegnato dal ministro Luigi Di Maio al segretario generale dell’Onu. Il piano italiano, elaborato dalla Farnesina in stretto coordinamento con Palazzo Chigi, traccia un percorso in quattro tappe sotto la supervisione di un Gruppo internazionale di facilitazione. Prevede: 1) l’immediato cessate il fuoco; 2) la garanzia che l’Ucraina rimanga neutrale e non entri nella Nato; 3) una soluzione compromesso per Crimea e Donbass; 4) un nuovo patto di sicurezza europea e internazionale.

Repubblica, che ha anticipato i contenuti del piano, ha chiesto al ministro degli Esteri Dmytro Kuleba un commento. Una prima riposta è arrivata attraverso Oleg Nikolenko, il portavoce di Kuleba e suo influente braccio destro. “L’Ucraina apprezza il supporto dell’Italia, sia come membro dell’Unione Europea sia a livello di relazione bilaterale. L’Italia ha effettivamente condiviso la sua visione per terminare la guerra della Russia contro l’Ucraina. Stiamo valutando diverse proposte che ci sembrano interessanti. Qualsiasi tentativo internazionale di riportare la pace sul territorio ucraino e in Europa è benvenuto”. E tuttavia Nikolenko aggiunge: “Allo stesso tempo ogni decisione politica deve partire dal rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina nei suoi confini così come sono riconosciuti dalla comunità internazionale”.

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di
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Un passaggio che ha tutta l’aria di riferirsi al punto 3 del piano, così riassunto dai media ucraini: “Si individua un potenziale accordo bilaterale tra Ucraina e Russia sulla Crimea e il Donbass: secondo il suggerimento italiano, i territori contesi dovranno avere piena autonomia e diritto di provvedere alla propria sicurezza, ma la sovranità sulle regioni rimarrà in capo a Kiev”. È un nodo cruciale, il più complicato da sbrogliare per i diplomatici incaricati della negoziazione con gli emissari del Cremlino. Kiev, come la quasi totalità della comunità internazionale (eccetto Russia, Abkhazia e Ossezia del Sud) non riconosce le due autoproclamate Repubbliche di Lugansk e Donetsk. Concedergli l’autonomia significherebbe comunque accettarne l’esistenza. Il presidente Zelensky, poi, sia direttamente sia attraverso i suoi ministri, ha sempre rivendicato la sovranità sull’intero territorio, compresa la Crimea occupata da truppe russe nel 2014.

Da giorni i colloqui sono in stallo, anche perché dal campo di battaglia arrivano notizie drammatiche e poco compatibili con la ripresa del dialogo. Il presidente ucraino accusa la Russia di aver massacrato la regione orientale del Donbass. “Gli occupanti stanno cercando di aumentare la pressione. Il Donbass è completamente distrutto, è l’inferno e non è un’esagerazione. Il brutale e assolutamente inutile bombardamento di Severodonetsk, con 12 morti e decine di feriti, poi gli attacchi costanti sulla regione di Odessa e sulle città dell’Ucraina centrale: tutto questo non ha e non può avere nessuna spiegazione militare per la Russia. Questo è un tentativo deliberato e criminale di uccidere quanti più ucraini possibile”.

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dal nostro inviato
Paolo Mastrolilli

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