Justin Trudeau guarda dalla finestra ciò che accade dal suo vicino di casa americano e poiché quel che vede non gli piace, prende delle contromisure preventive. Così, a pochi giorni dal massacro di bambini nella scuola elementare di Uvalde, in Texas, il premier canadese annuncia una stretta di legge sulle armi da fuoco. E’ un progetto di legge che prevede un “congelamento nazionale” della proprietà di un’arma e la confisca della licenza per chi è coinvolto in atti di violenza domestica o molestie come lo stalking. “Dal giorno in cui entrerà in vigore, non sarà più possibile acquistare, vendere, trasferire o importare armi in Canada”, ha detto Trudeau ai reporter. Se approvato, il provvedimento dovrebbe essere applicato a partire dall’autunno.
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Trudeau ha detto di non vedere altre ragioni oltre la caccia e lo sport per cui uno dovrebbe possedere un’arma. La stretta sulle armi preannunciata dal premier, oltre a vietare l’acquisto libero delle pistole, prevede anche che i caricatori per le armi lunghe siano modificati in modo che non possano sparare più di cinque colpi, nonché il divieto di vendere o trasferire caricatori ad alta capacità; è un modo per limitare la potenza devastante dei fucili semi automatici usati spesso nelle stragi. “Non c’è alcuna ragione per cui qualcuno in Canada debba avere armi nella sua vita quotidiana, a parte quelle per la caccia e le attività sportive”, ha commentato Trudeau.
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La decisione, indubbiamente sollecitata dalla tragedia di Uvalde, dovrà però fare in conti con il parlamento, in cui i liberal non hanno la maggioranza dei seggi. “Non sarà più possibile – ha spiegato Trudeau ai giornalisti nel corso di una conferenza ampa – comprare, vendere, trasferire o importare pistole dovunque in Canada. In altre parole, stiamo mettendo un limite al mercato delle pistole”.
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Il Canada vide nell’aprile 2020 l’ultima strage legata alla diffusione delle armi da fuoco: 23 furono i morti nella Nuova Scozia. Il governo nelle settimane successive bandì circa 1.500 tipi di armi da fuoco, tra le quali anche i fucili d’assalto come l’Ar-15 usato da Salvador Ramos alla scuola di Uvalde, ma non è riuscito a fermare una crescente ondata di minacce e violenze in cui la pistola è stata usata in modo disinvolto. Inoltre, dagli Stati Uniti, paese confinante, è costante un flusso clandestino di armi che quotidianamente preoccupa la polizia canadese. Nel Paese, secondo una stima fornita dal governo stesso, circolano oggi almeno un milione di pistole, molte più di dieci anni fa. “Quello della violenza armata è un problema complesso – ha aggiunto il primo ministro – ma, al tempo stesso, semplice: meno armi vi sono nelle nostre comunità, più sicuri saremo tutti noi”.