Argentina super, piccola Italia: finisce 3-0 la Finalissima

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LONDRA – Wembley 2021 non è stato un sogno, però lo stadio del trionfo, neppure undici mesi dopo, ha crudelmente riportato i campioni d’Europa sulla terra. L’esito della Finalissima ha obbedito a una logica stringente e dolorosa. L’Argentina, che in novembre andrà in Qatar, ha umiliato l’Italia, che il Mondiale lo guarderà in tv. Il formidabile Messi mai nella sua carriera aveva affrontato gli azzurri. Ha colmato la lacuna sulla soglia dei 35 anni con una partita principesca: li ha dribblati con leggerezza, ha accarezzato il pallone con amore paterno, ha inventato perfino senza strafare giocate inimmaginabili per i comuni mortali e alla fine ha sollevato la Supercoppa, il ripristinato trofeo in palio tra i vincitori dell’Europeo e della Copa America, l’ultimo vinto nel 1993 da Maradona. La celebrazione del Diez, ricordato insieme a Paolo Rossi prima della partita, è diventata un presagio, perché l’altro grande Diez del calcio argentino ha legittimato l’estremo suo desiderio: vincere il Mondiale come Diego. La folla dei connazionali, censiti in 60 mila sugli 87 mila del pienone di Wembley, ha avvolto l’idolo in un promettente abbraccio: accusato in passato di anteporre il Barcellona all’Albiceleste, ha ribaltato questa critica ingenerosa dopo l’approdo a Parigi.

<<La cronaca della gara>>

Nella sua serata favolosa lo hanno assecondato due notevoli damigelli d’onore. Il calcio italiano, costretto a magnificare le gesta degli stranieri, si è mangiato con gli occhi l’interista Lautaro, ieri incline alle delizie, e soprattutto Di Maria, concupito dalla Juventus, che ha duettato a occhi chiusi con Messi, offrendo chicche al pubblico. Il contesto ha reso amaro il congedo dalla Nazionale di Chiellini, in ogni caso tra i più dignitosi nella sua mezza porzione di partita, il primo tempo. Durante il quale, fatta eccezione per la breve parentesi delle fiammate dimostrative di Raspadori, di un cross di Emerson troppo alto per Belotti e di un tiro di Barella, si è subito capito qual era la differenza tra i giocatori di Scaloni e quelli di Mancini, sprovvisto di Verratti, Chiesa, Immobile, Insigne e Berardi: il livello tecnico. La cruda verità è emersa quando Bernardeschi ha perso palla e l’innesco di Messi sulla sinistra, lui transumante ovunque gli dettasse l’estro e qui sfuggito a Di Lorenzo, ha offerto il tocco dell’1-0 a Lautaro. Il quale, prima dell’intervallo, ha aggirato Bonucci con una veronica in palleggio a metà campo e da lì ha imbucato Di Maria al raffinato pallonetto del raddoppio.

Mancini ha allora posto fine all’omaggio ai campioni d’Europa, inserendo Scamacca e Lazzari oltre a Locatelli (poi sarebbero entrati il ritrovato Spinazzola e Bastoni) e varando la coppia d’attacco Scamacca-Raspadori. Ma la ripresa, malgrado gli aggiustamenti tattici culminati nel 5-3-2, è stata se possibile ancora più umiliante. Donnarumma ha evitato il tracollo con una serie di parate nella porta dei rigori che nel luglio scorso lo hanno fatto ascendere al rango di eroe e Messi non ha smesso di imperversare. Scaloni ha pescato dalla ricca panchina riserve di lusso, come il nuovo centravanti prodigio del Manchester City Julian Alvarez e Paulo Dybala, ripudiato dalla Juventus, che ha firmato il 3-0 su percussione del Diez, portato infine in trionfo dai compagni. In tribuna festeggiava il tifoso argentino vestito da Papa Francesco, non i due centurioni romani in trasferta a Londra. L’incantesimo dell’Europeo lo aveva già spezzato a marzo la Macedonia del nord. Ora,  sabato a Bologna, la Nazionale riparte dalla Nations League con la Germania. Ma da ieri è un po’ più difficile credere davvero nella rapida ricostruzione di una squadra annichilita.

Italia-Argentina 0-3 (0-2)
ITALIA (4-3-3):
Donnarumma, Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini (1′ st Lazzari), Emerson (31′ st Bastoni), Pessina (17′ st Spinazzola), Jorginho, Barella, Bernardeschi (1′ st Locatelli), Belotti  (1′ st Scamacca), Raspadori
All. Mancini
ARGENTINA (4-3-3): Martinez, Molina, Romero (39′ st Pezzella), Otamendi, Tagliafico, Lo Celso (45′ st Dybala), Rodriguez, De Paul (30′ st Palacios), Di Maria (45′ st Nico Gonzalez), Lautaro (39′ st Alvarez), Messi  All.
Scaloni
Arbitro: Maza Gomez (Cil)
Reti: nel pt 28′ Lautaro, 46′ Di Maria; nel st 49′ Dybala.
Angoli: 4-3 per l’Argentina
Recupero: 2′ e 4′
Note: ammoniti Otamendi, Bonucci, Di Lorenzo e Barella per gioco falloso

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