La guerra prosciuga le piscine: bollette del gas più care di 10mila euro al mese

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MILANO – La guerra in Ucraina rischia di svuotare le piscine di tutta Europa, perché l’aumento dei costi del gas e dell’elettricità ha fatto saltare i bilanci di tutte le società sportive private e pubbliche, rendendo insostenibile andare avanti. Il Financial Times stima che 4mila piscine inglesi siano a rischio, ma la  situazione non promette di meglio in Italia. In Gran Bretagna, dove il nuoto è tra gli sport più praticati, l’86% dei gestori programma di ridurre servizi o gli addetti, per far quadrare i conti.

“La quesitone è diventata insostenibile, e ora si va verso la bella stagione, ma in autunno non so come faremo – spiega Cosimo D’Ambrosio, vice presidente della Sigis, associazione di categoria romana ed ex membro della federazione – siamo passati da 0,42 a euro metro cubo a 1,2 con punte fino a 1,5 euro al metro cubo. Una piscina piccola di 12 metri per 15, che prima costava di riscaldamento 4 mila euro al mese, adesso solo di gas costa tra 12 e 15 mila euro al mese”. Immaginate che il biglietto dovrebbe quadruplicare, anche perché non solo il gas per tenere la temperatura dell’acqua costante a 29-30 grande, fare le docce, e riscaldare gli ambienti è aumentato. E’ esploso anche il costo dell’energia (da 0,22 a 0,50 chilowattora), che significa illuminazione, filtraggio costante dell’acqua e asciugacapelli: tutti elementi che continuano ad andare come se nulla fosse.

“Il problema riguarda sia i privati che gli impianti pubblici, anche perché in Italia il 90% delle strutture è in concessione – ricorda D’Ambrosio – Noi che a Roma abbiamo una concessione importante stiamo valutando di investire in un impianto fotovoltaico per renderci autosufficienti, ma non tutti hanno le nostre disponibilità”.

In Emilia Romagna, la regione è già intervenuta a sostengo di varie associazioni di categoria, ma come sempre ogni regione e ogni comune della Penisola fa storia a sé. “Siamo consapevoli che le società sportive sono ormai allo stremo e quelle che gestiscono o usufruiscono di una piscina lo sono più di altre, perché devono fare i conti legati alla necessità di avere l’acqua calda- spiega Paolo Barelli, presidente della Federazione italiana nuoto – Il bando da 30 milioni di euro erogato dal Dipartimento allo Sport sta dipanando i suoi effetti in questi giorni, con i primi bonifici che stanno arrivando sui conti correnti dei club che ne avevano fatto richiesta e ne avevano i requisiti, in molti casi con cifre più elevate rispetto a quelle che erano state paventate all’inizio”.

Non è tutto perché sono in arrivo altri 48 milioni di euro, che saranno destinati ad una platea più ampia, con criteri allargati. “Le nuove contribuzioni certo non ripagheranno quanto perso, ma daranno comunque un po’ di sollievo ai club – prosegue Borelli – Di questo sono grato al sottosegretario Valentina Vezzali. Noi, come di consueto, andiamo avanti con ottimismo, nonostante le bollette quadruplicate, una crisi energetica di cui non si intravede soluzione e le altre problematiche di cui abbiamo a lungo discusso. Le amministrazioni comunali hanno dimostrato sensibilità e, a seconda delle esigenze territoriali, stanno pianificando interventi che aiutino le società che, oltre ad occuparsi di agonismo, svolgono anche un’importante e imprescindibile funzione sociale”.

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