Strage di migranti a Melilla, la denuncia shock delle organizzazioni umanitarie | Salvini la legge a modo suo: “Guardate le immagini dell’invasione dell’Europa”

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Sono almeno 18 i migranti rimasti uccisi venerdì nella calca per entrare in massa nell’enclave spagnola di Melilla. E si contano decine di feriti, sia tra le persone che facevano parte del gruppo sia tra gli agenti, che su entrambi i lati della frontiera hanno cercato di sbarrare loro la strada in modo molto violento.

Queste immagini diffuse dalla Moroccan Association for Human Rights (AMDH) mostrano scene impressionanti: persone ammassate per terra sotto la sorveglianza di guardie marocchine, alcune inermi e forse già cadaveri.

Secondo un bilancio delle autorità locali, i morti sono almeno 18, mentre varie ong sostengono che le vittime siano in realtà molte di più: almeno 37, secondo la nota attivista spagnola Helena Maleno, portavoce di Caminando Fronteras.

Il premier spagnolo Pedro Sánchez sostiene che a Melilla sia andato in scena “un assalto violento e organizzato”, un “attacco all’integrità territoriale” della Spagna, dietro al quale ci sarebbero “mafie che trafficano con esseri umani”. Un argomento condiviso anche da Rni, il partito del capo del governo marocchino Aziz Ajanuch.

La situazione al confine di Melilla si era fatta molto tesa all’alba di venerdì. Secondo la delegazione del governo spagnolo nell’enclave, circa 2.000 persone hanno iniziato ad avvicinarsi alla frontiera: di queste, 1.500 sono arrivate sino al punto di contatto tra i due Paesi, e più o meno un terzo di loro ha tentato di sfondare un cancello. Poliziotti inviati da Madrid sono intervenuti per contenere il tentativo di irruzione. Dopo momenti concitati, la situazione è tornata alla normalità, con un bilancio ufficiale di 133 migranti che sono riusciti a entrare in territorio spagnolo, 57 dei quali sono rimasti feriti. Stessa sorte capitata a 49 agenti, quasi tutti feriti in modo lieve.

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