Attentato a Shinzo Abe, così il killer ha ucciso l’ex premier del Giappone

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Lo ha assalito alle spalle. “Ho mirato per ucciderlo, ero insoddisfatto.” E ci è riuscito con due colpi. Uno sul fianco destro, l’altro al collo. Yamagami Tetsuya, polo grigia e pantaloni cargo beige, sneakers ai piedi, viene subito placcato dagli agenti dei servizi segreti. Ma è troppo tardi. L’ex premier Abe Shinzo è a terra, si stringe il petto da dove fiotta il sangue. Yamagami non scappa, resta lì a guardare Abe stramazzare al suolo.

Ma il killer resiste all’arresto. La mischia per tenere fermo Yamagami cresce. Lui scalcia, cerca di sfilarsi gli occhiali, lo immobilizzano mentre decolla l’elicottero che porterà Abe in ospedale ormai già quasi deceduto. A terra si notano due tubi legati assieme con del nastro adesivo nero: una rudimentale “doppietta” fatta in casa che è servita all’attentatore per il suo piano, probabilmente assemblata seguendo le istruzioni online.

Yamagami la teneva a tracolla, forse per compensare al rinculo provocato con il primo colpo. In realtà è servito anche a farlo sembrare una vecchia telecamera o un registratore da professionisti, visto che in Giappone è rarissimo vedere armi da fuoco, poiché la legislazione sul porto d’armi è molto severa e limitata alle forze di polizia.

Tutti a chiedersi, ovviamente, chi sia questo quarantaduenne sbucato dal nulla alle 11 e 30 del mattino, al comizio nella città di Nara, per sparare al leader più famosi del Giappone contemporaneo. Ex membro delle forze di difesa navale giapponesi per tre anni, fino al 2005, l’attentatore originario proprio di Nara avrebbe dichiarato alla polizia d’essere stato scontento di Abe e di volergliela far pagare, uccidendolo. “Ho mirato con l’intenzione di ammazzarlo,” ha confessato.

Si aprono tante piste, ma, al momento, nessun è confermata. Fanatismo religioso, estremismo militarista, pura follia. Al momento sono speculazioni che è inutile assecondare. Bisogna attendere che Yamagami parli di più, o che la polizia decida di rendere pubblico cosa ha spinto quest’uomo a pianificare un gesto del genere.

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