Pd e M5S ci riprovano: al via le primarie siciliane. Registrati 43mila elettori. Le interviste a Chinnici, Fava e Floridia

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È il giorno delle primarie regionali per la scelta del candidato – o la candidata – alla presidenza della Regione del campo progressista in Sicilia. Urne aperte online e nei 32 gazebo e punti voto in presenza, ma soltanto per chi si è registrato entro il 21 luglio al sito www.presidenziali22.it. La volata finale ha sortito il suo effetto: gli iscritti validati sono in tutto 43.020, un dato lontano dai centomila previsti con ottimismo dalla dirigenza dem, ma comunque al di sopra delle aspettative delle scorse settimane.

Chi ha scelto il voto online potrà accedere alla piattaforma attraverso il codice sul proprio cellulare. Gli utenti già da questa mattina hanno ricevuto un sms o una mail in cui si avvisa che le operazioni di voto sono aperte insieme. Il meccanismo di voto è farraginoso, ma automatizzato: ciascun elettore ha ricevuto un link, attraverso il quale si visualizza un codice da inserire nella piattaforma per accedere alla schermata di voto coi tre nomi – l’ordine è stato scelto rigorosamente a sorteggio – dei candidati in corsa: Claudio Fava, Barbara Floridia, Caterina Chinnici. Si vota in un clima sospeso e con l’incertezza dell’alleanza a partire da domani, ma la coalizione ormai in frantumi a livello nazionale, nell’Isola al momento regge: l’ordine di scuderia resta quello di serrare le fila e arginare l’avanzata della destra.

Nel capoluogo gli iscritti alla piattaforma sono oltre quattromila, più del doppio degli elettori Catania città, ferma a 1578, superata da Gela con 1867 elettori. Il gazebo più affollato sarà quello di Palermo in via Generale Magliocco, dove sono attesi 207 votanti, seguito da Acireale (in piazza Indirizzo) con 204. Fanalino di coda dell’affluenza in presenza resta Corleone: appena in cinque voteranno al seggio, che sarà “mobile”. In soldoni gli organizzatori contatteranno telefonicamente le singole persone e concorderanno un posto in cui espletare le operazioni di voto. Scarsa partecipazione anche a Noto, dove sono attesi 21 elettori in presenza, uno in meno dei votanti di Licata, o Canicattì con 26 intenzionati a votare con carta e matita.

Resta il quadro politico di fortissima tensione. Per Enrico Letta “coi tre partiti che hanno fatto cadere il governo Draghi (M5S, Forza Italia e Lega, ndr) è impossibile immaginare un’alleanza alla prossima tornata elettorale. Questa è la mia proposta, ne discuteremo insieme”. Parole sgradite a Giuseppe Conte: “Ormai la macchina delle primarie siciliane è partita e il Movimento vi prenderà parte – dichiara Conte – In queste ore però leggo diverse dichiarazioni arroganti da parte del Pd. Non accettiamo la politica dei due forni. Quel che vale a Roma vale a Palermo”. Il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo punta sui numeri: “Superate le 40 mila registrazioni. Tanti sono i siciliani e le siciliane che si sono registrati per eleggere il candidato della coalizione progressista alla presidenza della Regione. Il metodo è quello giusto e siamo pronti a proseguire il percorso avviato da tempo”.

Sulla stessa linea il referente regionale dei 5 Stelle Nuccio Di Paola: “Col Pd in Sicilia c’è la massima sintonia e la ferrea determinazione a portare a compimento il percorso delle Presidenziali”. Ci sono 43mila siciliani pronti a dire la loro sul candidato del campo progressista alla presidenza della Regione. Da quali forze politiche sarà poi sostenuto il portabandiera che avrà avuto la meglio, è un tema successivo: domani è un altro giorno.

Chinnici (Pd): “Quest’alleanza è un percorso da proseguire”

I portoni di Palazzo d’Orleans li ha già varcati da assessora in giunta con Raffaele Lombardo e non ha mai rinnegato quell’esperienza, al punto da avere detto durante un confronto di essere pronta al dialogo con gli autonomisti. Adesso si candida alle primarie del campo progressista con l’obiettivo di diventare la prima donna presidente della Sicilia. Ma a domanda esplicita Caterina Chinnici non fa pronostici sulle future alleanze. “Impossibile per me dirlo adesso – osserva la portabandiera del Pd – C’è uno scenario diverso, è una questione che sarà affrontata innanzitutto dai responsabili di partito”.Il Pd ha portato al voto 16 mila persone soltanto nella provincia di Enna. Alle primarie regionali si sono iscritti in 40mila. Cosa non ha funzionato?“Non so dire se qualcosa non abbia funzionato, queste primarie sono una formula del tutto nuova che non ha termini di paragone. Quarantamila iscritti sono comunque un numero significativo. Le altre valutazioni possono farle meglio i promotori e gli organizzatori”.Perché andare avanti nonostante la crisi?“Mi pare che tutti e tre i partiti coinvolti abbiano dichiarato di confermare le primarie, e quindi di proseguire il percorso”.Italia Viva a Palermo è in giunta con Lagalla. Lombardo governa con Musumeci, Calenda dice “mai coi 5 Stelle”. Come costruirete un campo più largo con queste premesse?“Anche su questo considero prematura ogni valutazione o previsione , e anche questa è, e sarà, materia di lavoro per le segreterie di partito”.Nei dibattiti non avete potuto parlare di sanità. Qual è il suo piano?“Serve una sanità più vicina alle persone e alle loro esigenze di salute. Il potenziamento della rete territoriale è una delle grandi priorità e c’è l’occasione del Pnrr, guardando anche agli investimenti per l’innovazione. Altro punto centrale è l’allargamento degli organici per superare la carenza di medici, infermieri e Oss nell’Isola”.È saltato anche il confronto su ambiente e rifiuti.“L’indifferenziato va necessariamente smaltito, ma questo deve essere fatto con sistemi che non peggiorino la qualità dell’ambiente. Va potenziata la differenziata e serve una svolta culturale. Nel breve periodo, comunque, la soluzione non può prescindere da un deciso incremento del numero di impianti”.Cosa resta di questa campagna elettorale?“Resta il dialogo con i cittadini, restano bei momenti di ascolto, soprattutto con i tanti giovani che ho incontrato in giro per la Sicilia e ai quali ho illustrato le mie idee su quello che spero di potere realizzare, se avrò la fiducia dei siciliani, per trasformare la Sicilia in un luogo in cui crescere e restare”.Qual è la sua ricetta?“Sostegno alle start up, in particolare giovanili e femminili, potenziamento del binomio istruzione-formazione, indirizzando quest’ultima sulla base delle richieste delle aziende, e poi una promozione forte di turismo e cultura. Della condizione di insularità bisogna superare gli svantaggi e valorizzare le potenzialità”.

Floridia (M5S): “Tanto in comune con gli alleati dem. Restiamo insieme”

“La nostra coalizione non è un insieme di partiti, è un insieme di valori e di idee per cambiare questa terra in meglio. Può farne parte chiunque si riconosca in questa visione, chiudere a priori a qualcuno è un errore che in questo momento storico nessuno deve commettere”. Nel giorno del voto la Cinquestelle Barbara Floridia apre alla possibilità di allargare il fronte progressista che nell’Isola va avanti sulle primarie. Sottosegretaria all’Istruzione nel governo Draghi, Floridia è al suo primo mandato, eletta in Senato nel 2018. È stata scelta al photofinish direttamente da Giuseppe Conte in una rosa di tre nomi indicati dai portavoce.Sono state settimane turbolente. Cosa le resta?“Sono state tre settimane intense e ricche di temi e incontri con i cittadini. Turbolente? Gli incontri a tratti sembravano chiacchiere tra amici. Di questa campagna elettorale resta la chiarezza di un campo progressista con ottime proposte di leadership”.In tanti vi hanno chiesto di fermarvi. Perché no?“Da cinque anni, col Pd e la sinistra rappresentiamo l’opposizione al governo di destra di Musumeci. Abbiamo condiviso temi e battaglie e potremo certamente continuare a farlo insieme”.Alla vigilia del voto di fiducia al governo lei ha dichiarato che sarebbe stata dalla parte dei cittadini, come sempre. Il Pd non lo ha fatto?“Ho detto il contrario?”.Il Covid ha interrotto i confronti tra candidati. Cosa avrebbe voluto dire a proposito della sanità siciliana?“Abbiamo una sanità a corto di personale e metropolitanocentrica a causa dell’attenzione data da questo governo quasi esclusivamente alle grandi città a scapito del resto dei territori. Bisogna invertire la rotta”.In che modo?“Dedicando più attenzione ai presidi ospedalieri delle Asp. La rete va rivista in questa direzione, va riformato il sistema della rete di emergenza-urgenza perché i pronto soccorso scoppiano e hanno pochissimi medici urgentisti. Non vanno dimenticate le tante ombre nella gestione dell’emergenza Covid, con l’assessore Razza a processo per l’inchiesta sui dati falsi”.È saltato anche il confronto sui rifiuti.“Le soluzioni alla condizione di stallo cui ci ha abituato Musumeci devono distinguersi nel lungo e nel breve periodo. Per il primo occorre aggiornare il Piano regionale dei rifiuti secondo le prescrizioni della Commissione Ue e adeguare quelli degli Enti locali. Allora sarà possibile valutare nuovi progetti. Prima è soltanto propaganda, come quella di Musumeci”.E nel breve periodo?“Bisogna istituire un fondo nel bilancio regionale a sostegno dei Comuni per spedire i rifiuti fuori dalla Regione”.Con Claudio Fava si sono registrate frizioni fino all’ultimo giorno. Riuscirete a seppellire l’ascia di guerra da domani?“I confronti servivano proprio a fare emergere le diverse personalità e così è stato. Certamente Claudio non ha trovato in me una sprovveduta né una con le idee poco chiare. Tutt’altro. Ascia di guerra? Io sono contro le armi”.

Fava (sinistra): “Nutro dubbi sull’affidabilità dei grillini”

Non ha risparmiato critiche a nessuno, da Floridia definita “una Papessa straniera” a Chinnici, contestata per l’apertura a Raffaele Lombardo. Claudio Fava alla fine la butta sul ridere: “Le vie della vocazione politica sono imprevedibili”, dice guardando i numeri degli iscritti alla piattaforma online. Definisce “bizzarro” ad esempio il dato di Pedara, il comune del segretario dem Anthony Barbagallo: “Su 14 mila abitanti registriamo quasi cinquecento iscritti, un terzo che a Catania, che conta 314 mila abitanti”.Lei queste primarie le avrebbe interrotte?“Il problema non sono queste primarie, ma ciò che accadrà dopo. Se dovessi stare all’isteria con cui Cancelleri mi ha risposto, dovrei pensare che i nervi scoperti del partito di Conte non lasciano sperare in un quadro politico risolto e condiviso. Un’umoralità su cui è complicato costruire intese e progetti di lungo respiro. Vedremo”.Come si allarga questa coalizione in Sicilia?“Non inseguendo frammenti di ceto politico o sommando sigle. Io credo nel contributo delle comunità civili e delle persone capaci di non nascondersi dietro la lingua dei notabilati. L’ho detto in tempi non sospetti che considero Ferrandelli una risorsa politica in Sicilia. La differenza è questa: in Sicilia Calenda è una sigla di partito, Ferrandelli è una storia politica. Ed io guardo alle storie, non alle sigle”.Lei ha lanciato l’allarme sul rischio di ingerenze dal centrodestra.“Credo che il centrodestra se ne infischi delle nostre primarie. Ma credo anche che gli ammiccamenti nei confronti di Lombardo siano scorretti e politicamente gravi. Che cosa vuol dire l’apertura di Caterina Chinnici a Lombardo? Dov’è il senso della coerenza? Senza queste risposte la coalizione è solo una somma, non un progetto. E mi sembra altrettanto grave il silenzio del gruppo dirigente dei 5 Stelle. Se qualcuno pensa di riproporre vecchie e logore esperienze di consociativismo, io non sarò disponibile”.Lei è stato il primo a candidarsi un anno fa. Cambierebbe qualcosa?“Nulla. Ho fatto quello che sentivo: mettermi a disposizione delle forze progressiste. Prendo atto che il gruppo dirigente ristretto del Pd da 15 anni a questa parte ha una sola linea: “Anyone but Fava”, ovvero “chiunque tranne Fava”. Prima o poi saranno costretti a spiegarla ai loro elettori”.Con Floridia e Chinnici non avete potuto discutere di sanità. Cosa avrebbe proposto?“La sanità non vuol dire solo curare ma prendersi cura. In Sicilia invece è stata solo il bottino di chi vinceva le elezioni. La politica di questi anni ha privatizzato di fatto la sanità pubblica e l’ha trasformata in una fabbrica di consensi personali”.E sui rifiuti?“Chiudere l’epoca delle grandi discariche private che costano alla Regione 150 milioni di euro l’anno, investire negli impianti pubblici, costruire un ciclo dei rifiuti basato su riciclo, riuso, recupero e raccolta differenziata. Tecnicamente e politicamente l’opposto di quello che hanno fatto Cuffaro, Lombardo, Crocetta e Musumeci”.

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