Balneari, Fratelli d’Italia e Lega si spaccano al voto sul ddl Concorrenza

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Alla fine, sulla liberalizzazione delle concessioni balneari, solo i deputati di Fratelli d’Italia hanno espresso voto contrario. “Il nostro è stato l’unico partito che ha votato contro” dice Riccardo Zucconi, capogruppo in commissione Attività produttive della Camera, “Siamo gli unici che hanno difeso i balneari”. E il deputato Salvatore Caiata aggiunge ironico: “Ora finalmente capiamo il motivo per cui il segretario del Pd Enrico Letta, stamattina, ha invitato a non andare a fare campagna elettorale nelle spiagge tra i balneari: perché la sinistra ha votato a favore della messa a bando di tutte le concessioni”.

Ma non è la scelta di voto dei deputati dem a segnare una spaccatura su uno dei punti più caldi del dibattito politico degli ultimi mesi – uno di quelli che hanno portato alla caduta del governo Draghi. Quanto piuttosto la scelta dei leghisti, i più vicini a una possibile alleanza con il partito di Giorgia Meloni alle prossime elezioni, che sul ddl Concorrenza hanno battagliato per mesi, intenzionati a difendere le concessioni sia dei balneari sia dei taxisti.

Stralciato l’articolo sui taxi, quello su cui erano nati gli attriti più forti, il governo Draghi si è impegnato a condurre ugualmente in porto la legge. E stamattina si è votato alla Camera. Al Senato i balneari avevano già ottenuto una deroga delle concessioni fino al 2023. La strategia di Forza Italia, altro potenziale alleato di Fratelli d’Italia deciso da sempre a difendere gli attuali concessionari delle spiagge del demanio, l’ha spiegata questa mattina prima della discussione in Aula il viceministro allo Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin: “In questa fase il testo del ddl Concorrenza non cambia – ha detto – ovviamente spetterà al prossimo governo scrivere le norme attuative. Chi vincerà farà le opportune valutazioni rispetto alle norme attuative”. Entro la fine dell’anno infatti dovranno arrivare i provvedimenti attuativi, promessi all’Europa per il raggiungimento degli obiettivi per lo sblocco dei fondi del Pnrr. “A poche settimane dalle elezioni politiche – aveva detto ieri Maurizio Gasparri, responsabile enti locali del partito – Forza Italia ritiene di poter affermare la necessità di non perdere le risorse del Pnrr, ma allo stesso tempo di impegnarsi a modificare la norma appena insediato il prossimo governo che sarà certamente a guida centrodestra”.

Del disegno di legge FdI contesta soprattutto l’articolo 3 perché “si basa su presupposti falsi e su sentenze del Consiglio di Stato che, deliberando su questa materia, ha debordato le proprie funzioni” hanno spiegato i deputati di Meloni. “Con l’approvazione dell’articolo 3 e seguenti del ddl la maggioranza mette in ginocchio più di 30mila aziende balneari, recando un danno irreparabile al sistema economico italiano. Il Pnrr non cita mai la questione balneare come impeditiva per l’accesso ai fondi. Basta con questa menzogna”. Ha detto alla Camera il deputato di Fratelli d’Italia, Riccardo Zucconi, capogruppo in commissione Attività produttive della Camera. Il testo del decreto dovrà di nuovo passare al Senato per l’approvazione definitiva.

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