“La storia è parte di noi. Di ciascuno di noi. È alle fondamenta della nostra cultura, dei nostri ordinamenti, dei valori in cui ci riconosciamo e che costituiscono l’asse portante della società contemporanea. La libertà di cui godiamo, la democrazia che è stata costruita, l’uguaglianza e la giustizia che la Costituzione ci prescrive di ricercare sono tutte figlie di una storia sofferta e di generazioni che le hanno conquistate con dolore, sacrificio, impegno, consegnandole alla nostra cura affinché possiamo a nostra volta trasmetterne il testimone”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando da Ravenna dove si celebrano i cento anni dall’attacco squadrista alla Federazione delle Cooperative degli uomini guidati allora da Italo Balbo. Era il 28 luglio del 1922: la sede della Federazione locale dei braccianti, uno tra gli ultimi baluardi dell’associazionismo cooperativo in Italia, fu incendiata e parzialmente devastata dall’assalto che fu, come scrisse lo stesso Balbo nel suo diario, un atto politico per “dare agli avversari il senso del terrore”.
La visita di Mattarella “ha un alto significato per tutto il Paese”, dice oggi Giovanni Monti, presidente di Legacoop dell’Emilia-Romagna. “Non fu un attacco soltanto a un palazzo ma a un vero e proprio luogo che produceva anche cultura. L’attacco fascista volle mettere in discussione questo principio: la gente non si doveva azzardare a entrare nella parte più importante della città e a diventare simbolo di emancipazione”. “Ricordiamo oggi, qui a Ravenna, una pagina di violenza, di devastazione e di morte, nel capitolo della nostra storia che avrebbe portato alla perdita della libertà per gli italiani, con l’avvio della stagione buia della dittatura fascista, nell’agonia dell’ordinamento monarchico-liberale”.
“La libertà di cui godiamo, la democrazia che è stata costruita, l’uguaglianza e la giustizia che la Costituzione ci prescrive di ricercare sono tutte figlie di una storia sofferta e di generazioni che le hanno conquistate con dolore, sacrificio, impegno, consegnandole alla nostra cura affinché possiamo a nostra volta trasmetterne il testimone – ha detto Mattarella -. È una lezione di coraggio, di fiducia. È la coscienza di essere parte di una storia che continua, consapevoli anche dei momenti più oscuri e indegni vissuti e del loro superamento. La democrazia nasce da questa diffusa coscienza della responsabilità di ciascuno nella difesa delle comuni libertà. E’ stata – è – una conquista di popolo. A noi – ha sottolineato Mattarella – tocca rigenerarla ogni giorno, chiamando i più giovani a esserne protagonisti”.