Civitanova Marche, il testimone: “Dicevo: basta o l’ammazzi ma quel tipo era feroce. E voi cosa avreste fatto?”

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CIVITANOVA MARCHE – “Basta, smettetela di dire che nessuno è intervenuto per salvare Alika, smettetela di accusarci di indifferenza, io c’ero mentre quell’energumeno uccideva Alika, ho provato a fermarlo, non ci sono riuscito, però ho chiamato la polizia e l’ho fatto arrestare”. L’uomo che ci si avvicina davanti all’altare di fiori e fotografie che ricordano l’ambulante nigeriano assassinato si chiama Mariano M., lavora all’ufficio dogane di Civitanova, è emigrato qui 15 anni fa da Caserta. È uno dei testimoni oculari della strage.

Quindi lei ha visto tutto?“Ero alla fermata dell’autobus, con le spalle al corso, non mi ero accorto di nulla, finché non ho sentito le urla disumane di Alika. Mi sono girato e ho visto Ferlazzo che lo massacrava a colpi di stampella”.

E cosa ha fatto?“Era impossibile dividerli, quel tipo era feroce. Gli gridavo: basta, lo ammazzi, mi sono avvicinato e con un calcio ho allontanato la stampella con cui stava colpendo Alika. Inutile, perché Ferlazzo lo stava finendo a mani nude. Per poi alzarsi e andare via”.

Quando ha chiamato la polizia?“Subito dopo aver allontanato con un calcio la stampella. Quando ho visto Ferlazzo andare via, dopo aver ucciso il povero ambulante, ho temuto che non sarebbero arrivati in tempo per arrestarlo. Così, appena ho visto avvicinarsi la macchina, mi sono buttato in mezzo alla strada per fermarli”.

Ferlazzo, però, era riuscito ad allontanarsi.“Si sentiva così impunito che non si era nemmeno messo a correre. Ho indicato l’assassino agli agenti e l’hanno arrestato. Bravissimi. Sapete quanto è durato questo incubo? Diciassette minuti”.

Come ha fatto a calcolarli?“Perché ero alla fermata dell’autobus alle 14 e 2 minuti, e in quel momento alle mie spalle Ferlazzo aggrediva Alika. Ho chiamato la polizia pochissimi minuti dopo, e alle 14,20 sono riuscito a salire sul mio bus”.

Chi c’era con lei al momento dell’assassinio di Alika?“Eravamo in quattro, così ho ricostruito anche dal video: una signora anziana, una ragazza, un uomo anch’egli d’età con il cane e io. Come avremmo potuto fermare quell’uomo? Per questo rifiuto le accuse di razzismo e di indifferenza”.

La polizia ha verbalizzato il suo racconto?“Certo, sono venuti nel mio ufficio in dogana”.

Come si sente?“Sconvolto. Devo confessare anche un po’ di paura: l’ho fatto arrestare, ma uscirà presto per infermità mentale. Vorrà vendicarsi?”. 

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