Pensioni, si cambia. Le ricette dei partiti per evitare il ritorno alla legge Fornero

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ROMA – Il primo gennaio 2023 le regole per andare in pensione saranno solo quelle ordinarie della legge Fornero: mai abolite nonostante la propaganda di questi anni di Lega e M5S, ma solo derogate dal sistema delle Quote. Ecco perché i partiti in campagna elettorale, soprattutto a destra, fanno a gara a proporre soluzioni alternative.

Finita Quota 100 nel 2021, verso il termine anche Quota 102 alla fine del 2022, il prossimo anno chi vorrà lasciare il lavoro avrà di fronte uno “scalone”: dai 64 anni e 38 di contributi garantiti da Quota 102, dopo i 62 anni e 38 di Quota 100, si passa ai 67 anni canonici per la pensione di vecchiaia (con 20 di contributi) oppure ai 42 anni e 10 mesi di contributi a prescindere dall’età per la pensione anticipata (un anno in meno per le donne).

Pensione con Quota 100 per 450 mila persone. Ma Quota 102 è un flop, solo 3.800 domande

di
Valentina Conte

22 Giugno 2022

Un balzo importante dopo quattro anni di eccezioni, pagate a caro prezzo dai contribuenti: solo Quota 100 costerà, secondo Inps, 23 miliardi entro il 2025 per 450 mila pensionati. Il premier Draghi aveva garantito di riformare il sistema previdenziale per assicurare una flessibilità in uscita nel rispetto dei conti pubblici, contemplando anticipi sull’età con sacrifici sull’assegno, ricalcolato in tutto o in parte con il metodo contributivo. Ma il tavolo con i sindacati, non più convocato da febbraio poco prima dell’inizio della guerra in Ucraina, è saltato del tutto con la caduta dell’esecutivo Draghi.

L’inflazione porta 30 miliardi nelle tasche dei pensionati in tre anni. Ma la rivalutazione potrebbe cambiare

di
Valentina Conte

23 Giugno 2022

Spetterà al nuovo governo, in legge di bilancio, definire un altro assetto delle pensioni. Stabilire cioè se rinnovare Ape Sociale e Opzione Donna che scadono il 31 dicembre. E come evitare lo “scalone” di gennaio. Non sarà facile, perché le pensioni del prossimo anno saranno già adeguate, in automatico, all’inflazione di quest’anno molto alta. Secondo l’Upb la maggiore spesa potrebbe essere di 30 miliardi in tre anni. I margini della politica sono stretti. Le idee ancora larghe.

Partito democraticoPiù Ape sociale e Opzione donna. Aiuti ai giovani

Il Pd di Enrico Letta mette al centro delle sue proposte previdenziali giovani, donne e lavori usuranti. Punta cioè a costruire una flessibilità mirata rispetto ai requisiti ordinari della legge Fornero che sia al tempo stesso sostenibile per i conti pubblici. Letta immagina di confermare due creature del Pd: Ape sociale e Opzione donna. Strumenti che potrebbero essere rivisti per favorire ancora di più le lavoratrici e i lavoratori in difficoltà o impiegati in mestieri gravosi. Il Pd pensa poi a una “pensione di garanzia” per i giovani e meno giovani che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996 e sono interamente contributivi. Il loro assegno rischia di arrivare molto tardi (a 70 anni) e di essere molto basso, se la carriera è stata precaria e intermittente. Lo Stato si farebbe carico di questi buchi.

Anticipare la pensione, ecco le nuove ipotesi dell’Inps per uscire a 63 o 64 anni

di
Valentina Conte

11 Luglio 2022

Movimento 5 StelleUscita anticipata a 63-64 anni. Cifra piena ai 67

Il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte nel 2018 era schierato con la Lega su Quota 100 e Quota 41. Senza rinnegare quanto fatto, ora però non punta più sulle Quote. Ma aggancia le proposte di flessibilità elaborate dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico, già consigliere di Luigi Di Maio nel pre-scissione. E dunque sì all’uscita a 63 o 64 anni. In tre casi: con il ricalcolo tutto contributivo, con la penalizzazione per ogni anno di anticipo o con l’assegno in due tempi, prima la quota contributiva poi quella retributiva. Conte guarda poi con favore all’Ape sociale allargata a una platea più ampia di lavori gravosi e usuranti. Al rinnovo di Opzione Donna. Alla pensione di garanzia per i giovani. E anche al riscatto gratuito della laurea, altra proposta del presidente Inps Tridico.

Lega e FdIVia con 41 anni di contributi. 39 per le donne

Matteo Salvini promette di “azzerare la Fornero”, come ai vecchi tempi. Ma poi propone Quota 41, come ulteriore eccezione temporanea alla regola ordinaria: uscita con 41 anni di contributi anziché 42 anni e 10 mesi (un anno in meno per le donne) e “sconto donne” con un anno in meno per ogni figlio, senza tetto al numero dei figli, arrivando anche a Quota 38-39. Il costo, secondo la Lega, sarebbe di 4 miliardi il primo anno, poi 5 nel secondo e 5,5 al terzo: non elevato “perché il bacino è stato svuotato da Quota 100”. Quota 41 non dispiace neanche a Giorgia Meloni (FdI) che però propone anche di “detassare quella parte della pensione che gli anziani dedicano al sostentamento di figli e nipoti”. E di colpire le “pensioni d’oro” con un altro contributo di solidarietà oppure col ricalcolo tutto contributivo dell’assegno.

Forza ItaliaAssegno minimo di mille euro. Ok ai 67 anni

Silvio Berlusconi riporta Forza Italia agli slogan del passato. E se nel 2001 si trattava di alzare le pensioni minime a un milione di lire, ora promette di portarle a mille euro. E di dare un assegno anche alle mamme che hanno lavorato “di più alla sera, al sabato, alla domenica, nei periodi delle ferie e che hanno diritto ad avere una vecchiaia serena e dignitosa”. Ai tempi della campagna elettorale 2018 Berlusconi sosteneva che “servono 8 miliardi per dare una pensione alle mamme, Brunetta si è fatto dare i dati dall’Inps”. Ma sulla legge Fornero, niente abrogazione: “Giustissima nei principi, ma fatta male e in fretta”, ha sempre sostenuto Berlusconi. “D’altro canto l’aspettativa di vita degli italiani sale e se non sale anche l’età pensionabile saltano i conti dell’Inps”. I 67 anni non si toccano dunque per Forza Italia.

Azione e Italia VivaModifiche solo per i più fragili. No a Quota 100

Carlo Calenda, leader di Azione, e Matteo Renzi, leader di Italia Viva, sulle pensioni la pensano allo stesso modo: basta spesa previdenziale, usare invece le risorse per i giovani. Eppure fu proprio il governo Renzi con Calenda ministro a introdurre l’Ape Sociale e ad ampliare le quattordicesime. Ora però entrambi tifano perché la legge Fornero resti senza ritocchi. Per Calenda “Quota 100 è la misura più sbagliata degli ultimi anni, meglio mettere i soldi su scuola, sanità e taglio del cuneo fiscale per i giovani perché senza lavoro non avranno mai una pensione”. Anche Renzi giudica Quota 100 “un errore”. Ma non chiude pregiudizialmente a nuove misure di flessibilità, soprattutto per i lavoratori più in difficoltà. E propone di intervenire per allargare l’Ape sociale “sulla base di reali esigenze, andando a scegliere caso per caso tra i lavori usuranti, perché purtroppo le risorse non ci sono per tutti”.

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