Carlo Calenda, è reduce da molte notti insonni?“No, dormo bene. Ma sono stato combattuto tra due sentimenti: quello di andare da solo, preservando la purezza delle nostre idee, e quello della responsabilità verso il Paese, che rischia di ritrovarsi al governo con una destra che ci farà fare la fine del Venezuela”.
I suoi cosa le suggerivano?“Nella base in tanti mi avevano chiesto di rompere: ‘Vai da solo’. Specie i militanti di Roma, che avevano vissuto l’esperienza del 20 per cento alle comunali. Sono stato incollato al telefono per giorni. Alla fine è prevalso il senso di responsabilità”.
Perché?“Con questa legge elettorale andando da soli avremmo regalato trenta collegi alla destra”.
Alla fine è stato facile raggiungere l’accordo 70-30 nei collegi uninominali?“Sì, a noi importava che nessun ex M5S, o chiunque avesse votato contro Draghi, fosse candidato nei collegi. Non potevamo accettarlo”.
Il programma è molto piegato sulle vostre richieste.“Intanto c’è una cornice atlantista ed europeista che è la premessa di tutto. Il Pnrr sarà realizzato in pieno. Niente promesse di bilancio irrealizzabili. Non aumenteremo le tasse. I rigassificatori si faranno, anche per un fatto di sicurezza nazionale. Pure i termovalorizzatori. Investiremo moltissimo sulla scuola, perché siamo il Paese più ignorante dopo la Grecia”.
E sulla guerra?“Ovviamene sosterremo l’Ucraina, il che significa confermare gli aiuti militari. È la prosecuzione dell’Agenda Draghi. Sono molto soddisfatto”.
Abolirete il reddito di cittadinanza?“Ma no. Però deve funzionare in modo che anche le agenzie private possano collocare le persone. Ci vorranno dei correttivi: se uno rifiuta il lavoro, perde il sussidio, esattamente quello che voleva fare Draghi”.
E il superbonus 110 per cento?“Ha dato soldi a un sacco di gente ricca. Quel tipo di bonus va cancellato e dovrà essere parametrato alla ricchezza delle persone e a un effettivo risparmio energetico”.
Non è esagerato dire che faremo la fine del Venezuela?“No, è un rischio reale. Questa è una destra populista. Però il pericolo non è il fascismo, ma quello di finire ai margini del G7”.
Cosa intende?“Un Paese che fa le politiche di Orbán e strizza l’occhio a Putin. È veleno anche per il nostro Made in Italy”.
La sinistra la ritiene l’ala destra del Pd.“Potrei rispondere che sono favorevole al salario minimo, perché quella della povertà degli stipendi è un problema reale. Per la scuola pubblica. Per i diritti. Ma penso che ai diritti debbano corrispondere dei doveri: se tu prendi il reddito di cittadinanza devi accettare di fare anche i lavori socialmente utili”.
Che ministri vorreste al governo?“Competenti. Non candideremo nessuno che non abbia maturato una precisa esperienza. Basta con i dilettanti al potere. E basta con le promesse da libro dei sogni o di piccolo cabotaggio”.
Quali sarebbero?“Meloni ha detto che ai ragazzi dovrebbero frequentare le sagre di paese, io penso che sarebbe più utile se studiassero la storia della Repubblica romana”.
Come sono realmente i rapporti con Letta?“Buoni. Lo stimo. Lui è un socialista, io un liberale progressista. Lui è per il bonus ai 18enni, io lo giudico un errore. Ma alla fine, sul nucleo fondante di proposte, ci siamo trovati d’accordo”.
Renzi che farà?“Lo vorrei con noi. Ma mi pare di capire che andrà da solo. Mi dispiace, perché è stato uno dei migliori premier degli ultimi anni”.
Tajani dice che lei è la quinta colonna del Pd.“Tajani a Bruxelles inveisce contro la Meloni, e qui la vuole premier. Si odiano tra loro. E Berlusconi porta la responsabilità avere affondato il governo Draghi, si è consegnato alla Lega”.
Fratoianni e Bonelli non si accontentano del diritto di tribuna.“Ho promesso che non ne parlerò più. Non ho nulla contro di loro, ma hanno contribuito a far cadere Draghi”.
Il Pd candida Di Maio, che lei ha sempre osteggiato.“Nel proporzionale. Nessun elettore di Azione sarà costretto a votarlo”.
E voi chi candiderete?“È presto. Se ne occuperanno Andrea Mazziotti e Matteo Richetti”.
Che campagna farà?“Tanta tv, ma vorrei andare nei luoghi di produzione, nei distretti delle piastrelle e dell’acciaio. E poi da settembre un tour tra i capoluoghi di provincia”.
Quanto ha contato la spinta di Emma Bonino ad allearsi?“Abbiamo condiviso ogni passo, aveva la stessa mia preoccupazione di non finire collocata in una logica da indipendente di sinistra”.
Basterà per vincere?“Ne sono straconvinto. Questa destra si può battere”.