“Sono 16 anni che rappresento il Partito Democratico nelle istituzioni. Sedici anni di incontri, dibattiti, militanza, gioia, condivisione di obiettivi comuni. Ora, descrivermi come ‘la moglie di’ è in primo luogo ingiusto e, cosa molto più grave, è frutto di una cultura maschilista che vuole raccontare le donne non attraverso il loro lavoro, la loro storia ma attraverso l’uomo, marito, padre, fratello, che hanno accanto”.
Dopo Elisabetta Piccolotti,accusata di essere stata candidata in un collegio blindato, in quanto mogliedel leader di SI,Nicola Fratoianni, anche Michela Di Biaserompe gli indugi. “Per molti anni – spiega la consigliera regionale dem del Lazio – ho scelto di non commentare articoli di giornali e le tante parole spese sul mio conto quando, ad ogni passaggio che ha contraddistinto il mio impegno politico, sono stata descritta come la ‘moglie di’ o ‘Lady Franceschini’ – e affronta la questione “perchè proprio contro questo atteggiamento misogino e maschilista ho sempre lavorato, nelle istituzioni con atti a sostegno delle donne e contro la discriminazione delle nostre ragazze in ogni campo”.
Pd, da Furlan a Camusso a Schlein, la sfida rosa dei dem. E Letta promette aumenti ai prof
di
Giovanna Vitale
“Non posso tacere perchè sono madre di figlia femmina e l’esempio che voglio dare a lei e alle bambine come lei è che nessuno può permettersi di svilirci, sminuirci, mettere in discussione ciò che siamo, il lavoro che abbiamo fatto, i nostri sogni”, rivendica allora l’esponente Pd.
“Sì – riprende Di Biase – sono la moglie di un uomo che come me fa politica, ci siamo conosciuti grazie alla militanza, come spesso accade a molti sul luogo di lavoro. Non lo conoscevo ancora quando per la prima volta mi sono candidata nel mio Municipio, a 26 anni, unendo all’impegno politico, l’università e il lavoro”.
“Sono stata consigliera municipale per due mandati, prima degli eletti e sono stata la prima capogruppo donna dei miei quartieri: Alessandrino, Centocelle, Tor Sapienza, Quarticciolo, La Rustica. Sono stata poi eletta in consiglio comunale a Roma, sempre chiedendo alle persone di scrivere il mio nome sulla scheda elettorale. Nel 2016, dopo aver ricoperto il ruolo di presidente della commissione Cultura, sono stata la prima degli eletti e sono diventata – ricorda ancora – capogruppo del Partito Democratico nell’assemblea capitolina mentre era sindaca Virginia Raggi. Da lì, sono stata eletta in Regione Lazio dove sono stata la seconda consigliera più votata. Nominata? No, votata. Ho sempre chiesto la fiducia dei cittadini, che hanno scritto anche in quella circostanza circa 15.000 volte Di Biase sulla scheda”.
“Il Partito Democratico romano e regionale ha messo il mio nella rosa di nomi per le candidature alle prossime elezioni politiche, di questo sono orgogliosa e grata. Grata perchè quella che da sempre è la mia comunità ha riconosciuto il mio lavoro ed il mio impegno di questi anni”, conclude Di Biase.