È uno dei capitoli più corposi del programma elettorale che il Pd approverà sabato in direzione. L’asse portante della nuova Italia immaginata da Enrico Letta: un Paese che guarda alle nuove generazioni, alla loro crescita e formazione, abbattendo le barriere che fin dalla prima infanzia rischiano di condizionare la vita dei ragazzi. Tutti devono poter godere delle stesse condizioni di partenza, a prescindere dal reddito e dal contesto sociale delle famiglie. E a farsene carico dev’essere lo Stato. Con un massiccio investimento sull’istruzione pubblica.
Dopo aver ufficializzato la candidatura di Carlo Cottarelli e in attesa di conoscere il simbolo della lista che verrà presentata oggi con Roberto Speranza ed Elly Schlein, al Nazareno si stringono le maglie del programma. “Conoscere è potere” è il titolo che riassume il pacchetto di proposte sulla scuola al quale il segretario dem tiene più d’ogni cosa. «L’ambiente, i diritti, il lavoro sono le nostre priorità, ma la scuola sta sopra, o meglio dentro a tutto», ha spiegato nel corso della riunione organizzata per limare il testo. «La scuola siamo noi come popolo: come cresciamo, come guardiamo il mondo, come viviamo insieme agli altri. Negli anni il centrosinistra ha fatto diversi errori, da ultimo una riforma sciatta e non condivisa con la comunità scolastica», è l’attacco alla riforma Renzi. «Io da presidente del Consiglio avevo preso l’impegno che non avrei tagliato di un euro la spesa in istruzione. E così ho fatto. La chiave è aggiungere, investire, non tagliare. Sembra rivoluzionario, ma se non lo fa la sinistra, chi lo fa?».
Insegnanti
Rimettere al centro la scuola significa anche restituire agli insegnanti la dignità e il ruolo che meritano, garantendo una formazione continua e riportando, nei prossimi cinque anni, gli stipendi in linea con la media europea. Ciò che il leader Pd aveva annunciato in tv è messo nero su bianco con tanto di coperture. A regime tale misura costerà tra i 6 e gli 8 miliardi, da finanziare con le varie poste individuate per l’intero pacchetto. A cominciare dai 75 miliardi della programmazione europea 2021-2027, da considerare al netto dei fondi già previsti nel Pnrr (ad esempio per l’edilizia scolastica).
Nidi obbligatori e gratuiti
In Italia un bambino su dieci non frequenta la scuola dell’infanzia. Ciò crea le prime odiose diseguaglianze, già in tenera età, nell’accesso a un sistema educativo idoneo e a un’alimentazione sana. Una discriminazione che può essere eliminata rendendo obbligatoria proprio la scuola dell’infanzia e garantendone la gratuità.
Edilizia scolastica
L’obiettivo è creare “ambienti di apprendimento sostenibili” attraverso un piano di edilizia scolastica che renda gli istituti sicuri (anche sotto il profilo sanitario, con l’installazione di sistemi di aerazione) e tecnologicamente innovativi.
Gratuità di bus e libri di testo
Gli spostamenti casa-scuola possono diventare un costo considerevole per le famiglie. Per questa ragione si pensa a garantire la piena gratuità del trasporto pubblico locale per gli studenti. I quali potranno avere anche i libri di testo senza pagare, ma solo quelli delle famiglie a reddito medio e basso (in base all’Isee).
Attività scolastiche ed extra
Favorire l’accesso ad attività scolastiche ed extra pure a chi, altrimenti, non potrebbe permetterselo. Come? Grazie all’istituzione di un Fondo nazionale che andrebbe a integrare il finanziamento regionale per i viaggi-studio, le gite scolastiche, il tempo libero e l’acquisto di attrezzature sportive e strumenti musicali.
La scienza per ragazze
Oggi gli studi in Scienze, Tecnologie, Ingegneria e Matematica sono appannaggio quasi esclusivamente maschile. L’idea è modificare il processo di orientamento nelle materie Stem così da incoraggiare anche le ragazze a scegliere questi indirizzi che sono molto richiesti sul mercato del lavoro.